di Nautilus
Oramai non passa giorno senza che un amico o un parente non ti chieda: “Hai firmato per…” il tal referendum? Siamo dentro una stagione referendaria e (quasi) non ce ne siamo accorti. Nel passato Marco Pannella era entrato nella storia politica nazionale come l’artefice-protagonista che aveva saputo trasformare il referendum in un’arma politica e infatti fu lui che si inventò le consultazioni a raffica. Ma il primo dei referendum, quello che ha fatto storia, Pannella lo aveva contrastato: furono le associazioni cattoliche a promuovere la raccolta di firme contro la legge Fortuna-Baslini sul divorzio. Enrico Berlinguer era convinto di perderlo quel referendum, mentre Pannella e socialisti accettarono subito la sfida e la vinsero. In queste settimane sono in corso diverse raccolte di firme e il 30 settembre scade quella sulla cittadinanza, che punta a ridurre da 10 a 5 gli anni di residenza ininterrotta per fare richiesta della cittadinanza italiana. La possibilità di ricorrere alla firma digitale ha facilitato la raccolta e (si spera) anche le possibilità di informarsi sui singoli quesiti. Si spera, perché – inutile negarlo – il moltiplicarsi dei referendum si associa in molti all’idea di contribuire a dare la famosa spallata contro il governo. Idea sana per i tanti che la coltivano, ma è giusto che ogni referendum mantenga la sua identità, le sue ragioni. Forti o deboli che siano. Giusto distinguere perché l’effetto bandwagon è sempre pericoloso: aggredire e risolvere un problema che conosciamo, è sempre meglio che fare massa acritica. In particolare i referendum sono armi da salvaguardare e non da usare indiscriminatamente. Ogni referendum ha un suo perché. O anche una buona ragione per essere contrastato. In entrambi i casi si tratta di occasioni preziose per approfondire un tema. Ma se ne firmiamo tanti e soltanto per sentito dire, se saliamo tutti e allegramente sullo stesso carrozzone, la fine è nota. È nota perché è già accaduto. L’overdose finisce sempre col rigetto. Il grande Marco Pannella ne sapeva qualcosa.