di Nino Oddo
Credo sia arrivato il momento di rimuovere qualche luogo comune nella politica italiana, soprattutto a sinistra. Sul tema della sicurezza pubblica, innanzitutto, una questione ritenuta appannaggio esclusivo della destra. Sì a ius soli e ius scholae ed il concedere la cittadinanza italiana a chi nasce, vive e studia nel nostro Paese, favorendo l’ integrazione in nome anche degli irrinunciabili valori della solidarietà e del rispetto della vita umana, soprattutto dei naufraghi in mare. Altra cosa, però, è il rispedire concretamente a casa chi entra clandestinamente in Italia o non rispetta le normative che consentono loro di permanere nel nostro Paese. Su questo terreno la sinistra è sempre apparsa debole, facendo passare un messaggio che oggettivamente ha lasciato alla destra l’esclusiva della difesa dell’ ordine pubblico, con conseguenti vantaggi elettorali. Tutta la filiera della sicurezza è diventata patrimonio della destra. Dalla tutela delle forze dell’ordine, al sistema carcerario, consentendo il passaggio mediatico che la sinistra difenda i delinquenti, tuteli i clandestini, non ponga l’ordine pubblico come tema importante della sua agenda politica. Questa visione va rimossa. La difesa della sanità e della scuola pubblica, la tutela dell’ambiente ed il perseguimento di uno sviluppo sostenibile ed una maggiore perequazione nella distribuzione della ricchezza, rimangono ovviamente le priorità programmatiche di una sinistra moderna che si candida alla guida del Paese. Ma la sicurezza dei cittadini è una bandiera che non dobbiamo più regalare a nessuno. Iniziamo a proporre, proprio sull’immigrazione, una legge quadro che ridisegni il settore, superando la Bossi-Fini che ha mostrato tutti i suoi limiti; un pacchetto generale che comprenda da un lato il riconoscimento del diritto di cittadinanza ai tanti immigrati, ormai parte integrante della società italiana, come espressione dell’apertura culturale che storicamente ci appartiene, ma che sul versante della sicurezza pubblica trasmetta ai cittadini norme certe che diano il senso del sostegno dello Stato rispetto a fenomeni di microcriminalità, fisiologicamente connessi, in parte, a flussi migratori di dimensioni senza precedenti. Se il centrosinistra riprenderà l’iniziativa politica su questi temi, contribuirà a scrivere un’agenda nuova. Lo ha capito la Harris negli Usa, rispetto all’immigrazione messicana: parla un linguaggio diverso che potrebbe aprire ai democratici spazi elettorali negli Stati del Sud, fino ad ora bacini di riferimento dei repubblicani. Ma anche in Europa la sinistra dovrà modernizzare il proprio linguaggio se vuole arginare una destra illiberale e sovranista il cui consenso cresce in tutto il Continente. Superando stereotipi del passato.