Tortora, alla Camera va in scena la caduta della buona politica

di Andrea Follini

Non è certo possibile che una maggioranza di destra, per quanto si impegni, metta in cantiere delle proposte di legge sempre sbagliate. Anche la maggioranza targata Meloni è tra queste. La proposta di legge per l’istituzione della giornata nazionale in memoria delle vittime di errori giudiziari, a prima firma della leghista Ingrid Bisa, trevigiana di Asolo, si può certamente annoverare tra le proposte di buonsenso. Lo scopo, reso chiaro nel testo della legge proposta, è quello di consentire una riflessione collettiva sul valore della libertà, della dignità personale, della presunzione di non colpevolezza, quale regola di giudizio oltreché quale regola di trattamento di coloro che sono ristretti in custodia cautelare prima e durante lo svolgimento del processo; un momento nell’anno per approfondire, in modo particolare con le giovani generazioni, i valori del giusto processo quale unico strumento volto a garantire, entro tempi ragionevoli, l’accertamento della responsabilità penale in contraddittorio tra le parti e davanti a un giudice terzo ed equidistante tra accusa e difesa. Il testo della proposta di legge è stato unificato con quello presentato da alcuni parlamentari forzisti (prima firma Pietro Pittalis), di fatto del tutto simile, e a quello presentato ben due anni prima dai parlamentari di Italia Viva Faraone, Boschi e Giachetti. Un provvedimento che era stato sollecitato da tempo da Partito radicale, dai promotori de sito internet errorigiudiziari.com, dalla Fondazione internazionale per la giustizia «Enzo Tortora», dal Comitato radicale per la giustizia «Piero Calamandrei» e dall’associazione «Il detenuto ignoto». Nel testo si individua il 17 giugno come data simbolo per questa giornata di memoria. Il riferimento è a quel venerdì del 1983 in cui i carabinieri di Roma, in via del Corso, fuori dall’Hotel Plaza, misero in stato di arresto un uomo innocente: Enzo Tortora. Ricordiamo tutti la camminata del noto conduttore televisivo, manette ai polsi e scortato da uomini dell’Arma, verso la gazzella che lo avrebbe tradotto in carcere. Il tutto a favore di telecamere, per enfatizzare la teatralità di un provvedimento, senza curarsi minimamente della salvaguardia della dignità di un uomo perbene. “Signori della Corte, io sono innocente – proclamò Tortora nell’aula del tribunale qualche tempo dopo – e spero con tutto il mio cuore che lo siate anche voi”. Ci vollero tempo, pazienza e quasi un anno in carcere, per dar conto della sua innocenza. Un percorso che non solo segnò profondamente la reputazione di un uomo, ma che ne indebolì talmente la salute da portarlo alla morte. Uno dei più gravi errori giudiziari che il nostro Paese ricordi; dovuto certo alla fama di cui godeva l’imputato, ma molti sono i casi analoghi che vedono protagonisti tanti “signor nessuno”, e che non godono del giusto risarcimento morale dell’onore della cronaca. 30.566 i casi di ingiusta detenzione registrati dal 1991 al 2022; in media 955 persone all’anno, a fronte di una spesa media annua di 26,4 milioni euro. Nello stesso periodo, i casi di errore giudiziario sono stati 222, con una media di 7 persone all’anno e una spesa complessiva in risarcimenti pari a 76,2 milioni di euro (2,4 milioni di euro in media all’anno). Ecco perché è importante l’istituzione di questa giornata. Che la magistratura possa sbagliare va messo in conto, senza che questo ne mortifichi il prestigio e la serietà, a patto che l’errore non sia voluto. La commissione giustizia della Camera, chiamata a licenziare il provvedimento in sede referente, per poi vederne la discussione in Aula calendarizzata per il 16 dicembre, ha visto il voto d’astensione dei deputati commissari del Partito Democratico e di Alleanza Verdi e Sinistra ed il voto contrario del Movimento 5 Stelle. “Fate pietà”: è lapidario il commento su quanto successo, espresso dalla figlia di Enzo, Gaia Tortora, vice direttrice del telegiornale de La7 che all’epoca dell’arresto del padre in diretta televisiva, aveva solo tredici anni. Ed infatti pare incomprensibile l’atteggiamento del Pd, se non in un’ottica di dipendenza subalterna alla magistratura, visto anche l’appiattimento delle motivazioni addotte sulla scelta di voto, del tutto analoghe alle perplessità espresse sul provvedimento dal presidente dell’Associazione Nazionale Magistrati Giuseppe Santalucia, convinto che l’istituzione della giornata in memoria delle vittime degli errori giudiziari, possa ingenerare nell’opinione pubblica sfiducia nella magistratura. Una ‘difesa’ che non fa bene a nessuno, a cominciare dai tanti giudici seri e perbene che ci sono in Italia. Per onor di cronaca, qualche voce di dissenso sulla scelta operata in commissione si è alzata anche al Nazareno: Marianna Madia, Lia Quartapelle, Filippo Sensi, hanno espresso la loro contrarietà, chiedendo un momento di confronto interno che possa portare ad un ripensamento rispetto all’astensione. Come è giusto chiedere sempre, a qualsiasi livello istituzionale, responsabilità e buon governo alle forze di maggioranza, così è altrettanto necessario che chi è chiamato a svolgere l’attività di controllo stando all’opposizione dimostri altrettanta se non maggiore responsabilità e capacità di vagliare la bontà dei provvedimenti proposti, a beneficio della collettività, senza partito preso. E invece, si è persa una importante occasione.

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