di Giada Fazzalari
Sindaco di Napoli, già Ministro dell’Università e della ricerca nel Governo Conte II, è stato eletto all’unanimità Presidente ANCI. Gaetano Manfredi ha assunto sin da subito un profilo istituzionale e di disponibilità al dialogo con il Governo. Fissando delle priorità: la sanità di prossimità, la sicurezza e la necessità di prendersi cura dei tanti fragili che aumentano sempre di più.
Presidente, l’assemblea ANCI di Torino l’ha eletta all’unanimità nuovo Presidente dell’Associazione. Una eredità importante quella lasciata dal Sindaco Decaro. Quali sono le parole d’ordine che danno avvio al suo mandato?
«L’elezione costituisce per me una grande responsabilità. Non posso che ringraziare chi mi ha preceduto, il Sindaco Antonio Decaro, per la dedizione e la serietà. Ora rappresento una grande comunità istituzionale in una sede di alto confronto democratico, il lavoro richiede necessariamente, collaborazione e nuove sinergie. Credo che in questo momento storico di grandi difficoltà e malesseri sociali, sia necessario muoversi, sul terreno della politica, con pragmatismo e concretezza. Le persone hanno bisogno di risposte, soluzioni, fatti. Tutto questo è possibile, ma richiede un grande sforzo e, soprattutto, la volontà di costruire insieme. Questo significa mettere da parte le divergenze e realizzare, davvero, un’agenda comune. L’obiettivo è avere una proposta riformista, salda e coraggiosa, e avviare un confronto costruttivo con il Governo. L’interlocuzione è necessaria per ottenere le dovute risposte alle grandi domande e ai grandi temi della nostra epoca. Da sindaci e sindache, ogni giorno, affrontiamo problemi diversi, ognuno porta con sé le specificità del proprio territorio. Questa diversità ci aiuterà a guardare la realtà con maggiore attenzione per il bene di tutti, dei nostri Comuni e del Paese. Sono fiducioso di poter ottenere i primi risultati concreti per dare protagonismo ai Comuni e alla città»
La manovra di Bilancio che il Parlamento sta analizzando prevede nuovi tagli per gli Enti Locali, una riduzione al 75% del turn over del personale e riduzione dei trasferimenti. Si sta aprendo una nuova stagione di difficoltà per i comuni?
«La nuova legge di bilancio ci pone in una situazione di particolare difficoltà. La riduzione delle risorse destinate ai Comuni ha un impatto negativo sulle attività e sulla capacità di programmazione degli Enti Locali. Le nuove misure richiedono un ragionamento e un confronto con il Governo e, soprattutto, una valutazione di merito rispetto alle scelte fatte. Gli Enti Locali hanno una grande responsabilità e, in termini di prossimità ai cittadini, hanno bisogno di tutti gli strumenti necessari per fornire le giuste risposte ai bisogni della comunità. Il turn over del personale ci pone in una situazione di grande complessità per la buona riuscita delle attività programmate, attendiamo su questo che il Governo ci venga incontro. I Comuni hanno bisogno di risorse economiche e risorse umane per fornire servizi e assolvere alle proprie responsabilità. La spesa è diminuita, ma i compiti e, soprattutto, le richieste sono aumentate e la capacità fiscale è sempre più in difficoltà»
Pnrr: i comuni hanno sicuramente fatto la loro parte, mettendo in cantiere opere necessarie per le comunità, con non pochi impedimenti, a partire dai ritardi nei trasferimenti, che a volte hanno messo in difficoltà la realizzazione delle stesse opere.
«I progetti legati al Pnrr sono stati un grande banco di prova per i Comuni. Posso senza dubbio dire, dati alla mano, assolutamente positiva. Ci hanno permesso di intervenire in settori cruciali per le nostre comunità, dalla digitalizzazione alla transizione ecologica, dai trasporti alla coesione sociale, dalla riqualificazione urbana alla ricerca. I dati restituiscono una situazione, nonostante le difficoltà, positiva. È necessario procedere in questa direzione, rafforzare le buone pratiche e correggere quello che, invece, non funziona. Immaginare una nuova centralità dei Comuni e delle Città Metropolitane in questi processi è fondamentale. I cantieri vanno avanti, alcune opere sono già terminate, ne possiamo vedere i frutti. Guardo con obiettività alle criticità riscontrate, i ritardi nei pagamenti, la capacità di garantire le risorse per anticipare agli operatori economici coinvolti il 30% del dovuto, regole complicate e ritardi accumulati. C’è un percorso da fare e nuove regole da individuare insieme, procedure più snelle, rapporti diretti, tempi certi. L’ANCI, come sede di confronto tra Comuni, agisce come interlocutore nell’interesse di tutti»
I sindaci sono il primo interfaccia con i cittadini: ne intercettano i bisogni e le difficoltà. Servirebbe forse la tradizione del buongoverno socialista dei territori – dei meriti e dei bisogni, insomma – per poter affrontare un tempo decisamente reso fragile dal lavoro che manca, il carrello della spesa leggero e la difficoltà ad accedere alle cure?
«Viviamo tempi di grande complessità e i Sindaci del Paese hanno una seria responsabilità nei confronti dei cittadini. Il nostro lavoro sul territorio intercetta bisogni e difficoltà e prova, tutti i giorni, a offrire soluzioni a problemi ordinari e straordinari. Possiamo farlo individuando le priorità, lavorando insieme e costruendo un confronto diretto e continuo con i cittadini. Il senso della comunità è fondamentale nel nostro lavoro, per questo motivo è necessario, oltre le rispettive appartenenze e le divergenze, immaginare un’agenda che parli di equità, sviluppo e coesione sociale. Alcuni temi, nel campo progressista, sono però centrali. La disoccupazione è un tema centrale ai giorni nostri, in particolare nelle aree più a Sud del Paese, e a questo si aggiunge un’alta percentuale di lavoratori poveri e di povertà assoluta. La difficoltà di accedere alle cure incrocia l’esigenza di implementare servizi sanitari di prossimità, in grado di intercettare i bisogni dei più fragili, anche nelle aree più piccole del Paese. Sono soltanto alcuni esempi di istanze poste, quotidianamente, alla nostra attenzione. Abbiamo la responsabilità di rispondere e dar voce, ma soprattutto di intervenire. E per farlo abbiamo bisogno del contributo di tutte le istituzioni»
La Corte Costituzionale si è espressa sull’autonomia differenziata che i socialisti, attraverso la campagna del segretario Maraio, hanno giudicato disastrosa. L’impressione è che i cittadini abbiano compreso i rischi e che, se chiamati a esprimersi, l’avrebbero bocciata. Ora cosa accadrà? Bisogna tenere alta l’attenzione?
«Ritengo sia doveroso mantenere alta l’attenzione sul tema, sono stato tra i primi a evidenziarlo. Serve una politica unitaria perché i divari vanno ridotti non certo aumentati. Qui parliamo di impatto sulle vite delle persone. È evidente che incide sulle differenze già esistenti e non è in grado di risolverle, aumentando la frammentazione»
Quanto è dunque importante che i partiti del centrosinistra che si candidano a diventare alternativa a Meloni, abbiano come bussola i valori delle loro culture politiche di riferimento e, soprattutto, ricerchino l’unità per la sfida del governo del Paese?
«Io credo che il centrosinistra allargato al Movimento Cinquestelle, insieme a forze moderate, abbia il dovere di costruire un progetto che metta radici nella vita concreta dei cittadini. Non vanno inseguite le formule o i nomi dei leader politici, quanto piuttosto incentrare il proprio agire sui bisogni, le speranze, le paure provando a delineare una piattaforma di risposte»