Il centralismo del Governo mette a rischio gli Enti Locali e penalizza il sud

di Enzo Maraio

Colpire l’autonomia degli enti locali, controllandone la spesa e riducendo al minimo l’agibilità politica delle Regioni, soprattutto quelle di centrosinistra, sembra essere il progetto del Governo in perfetta linea di continuità con l’idea di autonomia differenziata che Calderoli sta mettendo a punto. Marginalizzazione del sud e controllo centralizzato delle azioni, un modo per “ammanettare” la politica locale e nello stesso tempo trasformare il sud in una dependance delle regioni del nord. Il “super ministro” Fitto, che pure è inviso a diversi colleghi di maggioranza per il ruolo troppo pronunciato che ha ottenuto dalla Meloni, nel decreto che dovrebbe dare ossigeno alle regioni meridionali, di fatto cancella il ruolo del Ministero dell’Economia nella programmazione del Fondo di sviluppo e coesione; istituisce una Zes unica – come se fosse la panacea di tutti i mali – e dà il via libera ad un piano di assunzioni che definisce straordinario, ma che straordinario non è affatto se si considerano regioni come la Basilicata che al massimo potranno contare su un centinaio di assunzioni. E così i progetti tagliati dal Pnrr saranno finanziati con le risorse del Fondo sviluppo e coesione impoverendo sempre di più le rimesse per il Mezzogiorno. Un gioco sporco fatto sulla pelle delle famiglie, che toglie fondi soprattutto a quella spesa sociale indispensabile per il miglioramento della vivibilità. Soldi che a quanto pare spariranno da capitoli come progetti di inclusione sociale, lotta alle povertà, politiche attive del lavoro e riqualificazione risorse umane. Sarebbe ora di dire basta. Non possiamo ritornare all’immagine retorica del sud palla al piede del Paese, ma riuscire ad avere una visione d’insieme che consenta all’Italia di giocare una partita strategica nel Mediterraneo. Solo così saremo pronti a vincere la sfida del rilancio diventando competitivi in Europa.

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