di Enzo Maraio
La dichiarazione con la quale la segretaria dem ha sottoscritto i referendum della CGIL sul lavoro, ha scatenato la solita rincorsa ai distinguo nel Pd. Che Schlein volesse riscrivere le regole sul lavoro, non è una novità: ha impostato tutta la sua campagna delle primarie sull’abolizione del JobsAct. Non sarà condivisibile, ma è coerente, si dirà. Quello che sorprende è che molti dei sostenitori del provvedimento, al tempo della segreteria Pd di Renzi, oggi si spertichino per illustrarne i punti di caduta, dando sfoggio al gioco dei “si, ma…” Un atteggiamento che di credibile, ha poco. Su temi come il lavoro e la valorizzazione del talento, le posizioni ideologiche sono controproducenti e rischiano di essere un boomerang: per le persone e per chi le difende. È maturo il tempo per aggiornare le regole che disciplinano l’occupazione, in termini di stabilità, formazione, flessibilità. Il lavoro è profondamente cambiato negli ultimi dieci anni ed è giusto tradurre in norma le necessità di un mondo nuovo. Se anche è aumentato, di poco, l’indice di occupazione, ciò non significa che sia aumentata anche la qualità del lavoro. E devono essere chiari i nostri obiettivi: il primo, consentire a chi lavora di emanciparsi dal bisogno. Il secondo, creare le condizioni perché si prospettino nuove opportunità di lavoro, soprattutto dove le condizioni sono più difficili. I nostri ragazzi hanno gli stipendi più bassi d’Europa, anche se spesso hanno ereditato lo straordinario talento dai genitori. L’ascensore sociale è bloccato e la mobilità sociale non funziona: servono cinque generazioni, per un ragazzo che nasce in una famiglia a basso reddito, per raggiungere la media del Paese. Una forma ‘violenta’ di ingiustizia sociale che dobbiamo combattere. Le persone chiedono dignità, non sussidi e assistenzialismo. E soprattutto, vogliono vivere lavorando, non morire di lavoro. Abbiamo il dovere di ribadirlo, lo facciamo dopo i fatti di Casteldaccia dove altri cinque operai hanno tragicamente perso la vita. Questo Governo dica chiaramente cosa intende fare per fermare questo eccidio. Noi abbiamo una proposta: aumentare i controlli di prevenzione con più ispettori, parificare le regole tra appalti pubblici ed appalti privati, regole più stringenti per i subappalti e controlli obbligatori sulle norme di sicurezza. Se si vuole, si può. Evidentemente, per chi è al governo, questo non è importante. Per noi socialisti con il sogno degli Stati Uniti d’Europa, il lavoro, è la priorità.