Votate un socialista

di Lorenzo Cinquepalmi

La maggior parte delle previsioni fatte sulla percentuali di partecipazione al voto per le elezioni europee rappresenta la concreta e probabile prospettiva di uno sfondamento in negativo della soglia del 50%. C’è chi attribuisce la disaffezione a un sentimento di generale sfiducia verso la politica. Una sfiducia che si tradurrebbe in una reazione di protesta, uno sciopero del voto, e che sarebbe, a suo modo, una reazione comunque politica dell’elettorato a proposte e candidati complessivamente insoddisfacenti. Purtroppo non è così. Al fondamento del rifiuto a votare non c’è una scelta, ma inerzia. In altre parole, non una consapevole manifestazione di avversione al sistema o al modo di interpretarlo, ma l’assoluto disinteresse verso la dimensione collettiva del vivere, quantomeno al suo livello nazionale e sovranazionale, poiché, innegabilmente, a livello locale, la partecipazione risulta sempre e comunque più sentita. Ed è, forse, proprio in questa differenza che risiede la chiave di lettura del fenomeno. Infatti, è evidente che la votazione in cui si elegge il sindaco del proprio comune risulti più attraente in un elettorato ormai del tutto privo della capacità di comprendere le astrazioni del gioco democratico, completamente diseducato a leggere l’incidenza delle istituzioni elettive nell’esistenza del singolo cittadino. Ecco perché, quando vota per il suo comune, e coglie più facilmente la relazione tra chi è chiamato a eleggere e la sua vita quotidiana, l’italiano riaccende il suo interesse. Questo probabilmente spiega anche perché i risultati del Partito Socialista a livello locale sono migliori che a livello nazionale: la qualità nei nostri amministratori è senz’altro superiore alla media. Un appello al voto non preceduto da questa premessa di verità, finirebbe per omologarci al populismo imperante, proprio quello che ha svuotato progressivamente la coscienza civile dei cittadini. L’elettorato che concorre a eleggere sindaci e consiglieri comunali è il più solido capitale politico del Paese, quello su cui davvero si può ricostruire un rapporto tra cittadini e partiti, fondato sulla relazione tra l’eletto e i suoi elettori, quasi completamente persa da consiglieri regionali e parlamentari. Che un socialista abbia come metodo quello di rispondere ai suoi elettori, la gente lo sa: basta vedere le campagne elettorali dei nostri compagni e valutare l’azione amministrativa di quelli che sono eletti. L’appello che l’Avanti! sente il dovere di fare agli italiani che voteranno nella metà dei comuni italiani, è dunque questo: votate un socialista, e voterete qualcuno che ha scelto di dedicare la sua vita a portare avanti quelli nati indietro: lo troverete sempre quando lo cercherete.

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