Uno strano bivio: mi si nota di più se taccio o se defeziono?

di Nautilus

Una storia che racconta lo spirito del tempo più di tante altre. In principio c’è stata la decisione della scrittrice Chiara Valerio, direttrice artistica di “Più libri più liberi“, Fiera nazionale della piccola e media editoria, di invitare il filosofo Leonardo Caffo, sotto processo per maltrattamenti e lesioni aggravate alla ex compagna. L’invito ha suscitato un’ondata di proteste: quest’anno la Fiera è dedicata a Giulia Cecchettin e a Giacomo Gobbato, ammazzato per difendere una donna aggredita. Come dire: anche se il filosofo non è stato ancora condannato, il suo invito è fuori luogo. Caffo ha subito compreso e annunciato che avrebbe rinunciato e tuttavia Valerio ha spiegato che non venivano meno le ragioni dell’invito. Come dire: sino a prova contraria, non è ancora colpevole per le accuse che gli sono state rivolte. Sembrava una vicenda chiusa e invece l’ha riaperta Michele Rech in arte Zerocalcare, che ha annunciato la sua defezione, rinunciando all’incontro previsto con Chiara Valerio, ma non al “firmacopie” presso lo stand della casa editrice Bao Publishing. Tralasciando ogni ironia sull’antico “tengo famiglia” aggiornato nella versione “tengo un libro”, meritano attenzione le argomentazioni di Zerocalcare: “Mi è sembrato inopportuno invitare ad una fiera dedicata a Giulia Cecchettin un uomo (confesso che non sapevo manco chi cazzo fosse) accusato di violenza ai danni della sua compagna” e “mi è sembrato sbagliato invocare il garantismo per troncare una discussione sulla violenza di genere”. Da quel momento le defezioni di “celebrities” si sono moltiplicate. All’origine c’è stato l’invito di Valerio a Caffo, sulla cui opportunità è giustissimo discutere in una edizione che propone come ineludibile il tema del femminicidio. L’invito era probabilmente inopportuno ma il tema del garantismo vero, non quello peloso che protegge i colpevoli, è importante, presente. A quel punto; invece di una libera, tosta, civile discussione, sono partite le defezioni a catena: caccia alla “colpevole”, spirito critico messo all’ammasso. Un pericoloso mix di “wokismo” all’italiana e narcisismo purista. Come da un errore si possa approdare ad una piccola Waterloo del buon senso.

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