StupiDiario del 16 dicembre 2023
Caratteristica dell’avanspettacolo era la ricerca della risata facile e superficiale attraverso la banalizzazione di temi sociali e politici. L’effimero consenso dei semplici, quello che oggi si definisce “populismo”. L’ex magistrato Davigo, in una trasmissione televisiva il cui titolo evoca muffe poco nobili, parlando di uomini politici del passato, ha elargito battute sarcastiche a destra e a manca; soprattutto a manca, contro la sua ossessione di una vita: Bettino Craxi. Come è noto, le condanne giudiziarie sono il frutto di un clima e del loro tempo (come per i pluripregiudicati Garibaldi e Pertini) al contrario delle imprese politiche, che restano nei libri di storia. Quelle di Craxi, dai fiori sulla tomba di Allende a Sigonella, nella storia ci sono. Le imprese di Davigo, invece, restano confinate alla cronaca giudiziaria, da ultimo come protagonista di trame poco limpide e molto disgustose al CSM, nonché come imputato e condannato. Se adottasse con sé stesso il metro che gli è caro, gli toccherebbe esporsi al dileggio del medesimo pubblico populista a cui ha grattato la pancia in televisione. Fortunatamente, il potere di cui era così abituato ad abusare, e da cui faticava a separarsi tanto da impugnare inutilmente al TAR il suo pensionamento, non lo avrà mai più. Ma come battutaro un certo futuro ce l’ha.