di Carlo Pecoraro
In Spagna i socialisti ancora una volta giocano una partita importante. E dopo aver frenato l’onda nera di Vox alle ultime elezioni generali, ora, con il sostegno dei catalani, piazzano una donna alla presidenza della Camera del Parlamento. Si tratta della socialista Francina Armengol, ex governatrice delle Isole Baleari, che ha ottenuto 178 voti, due più della maggioranza assoluta. A votarla sono stati anche il partito di sinistra Sumar e diverse formazioni regionali, fra cui i catalani di Junts. Il voto, nel giorno in cui si insedia il nuovo Parlamento, è particolarmente significativo dopo che le elezioni anticipate del 23 luglio scorso non hanno determinato una chiara maggioranza. Il Partito Popolare di Alberto Feijoo è arrivato in testa alle elezioni con 137 seggi, ma non è riuscito a conquistare la maggioranza; e la sua candidata alla presidenza della Camera, Cuca Gamarra, è arrivata seconda, ottenendo l’appoggio solo di altri due deputati di partiti regionali. Il partito di estrema destra Vox, che ha 33 seggi, ha votato separatamente un proprio candidato. Il successo di Armengol, spiegano i media spagnoli, è arrivato all’ultimo momento grazie ad una intesa con i separatisti catalani di Junts, il cui appoggio è cruciale per un eventuale nuovo governo guidato dal premier uscente Pedro Sanchez. Il suo partito socialista, il PSOE, è arrivato secondo alle elezioni con 21 deputati.
E il primo commento della Armengol è stato quello di aprire all’uso delle lingue co-ufficiali: “La Spagna – ha detto – avanza sempre quando riconosce la sua pluralità e diversità, che sono la ricchezza di questo Paese”. Una dichiarazione d’intenti che ha in sè tutto il valore culturale del socialismo. E sempre su questo tema, il ministro degli Esteri del governo uscente, Josè Manuel Albares, ha inviato una lettera alla presidenza del Consiglio Ue per chiedere che catalano, basco e galiziano vengano riconosciute come lingue dell’Unione Europea.
Classe 1971, Francina Armengol è originaria di Inca, comune spagnolo di circa 30mila abitanti nelle Baleari. Si è laureata in Farmacia all’Università di Barcellona, ma ha anche studiato giurisprudenza all’università Oberta de Catalunya. Ha iniziato la sua carriera politica nel capoluogo della regione di Raiguer, dove è stata dal 1998 al 2000 consigliera del PSOE, oltre a essere deputata e vice portavoce del partito in Parlamento, carica che ha ricoperto fino al 2004. Fino ad ora, il ruolo più importante che ha assunto è stata quella di presidente del Consell de Mallorca tra il 2007 e il 2011. Nello stesso anno, il Psoe ha perso il governo e, un anno dopo, l’ex presidente Francesc Antich ha lasciato la segreteria generale del partito. Nel 2014, Armengola ha affrontato Aina Calvo nelle primarie socialiste per eleggere il candidato del partito per il governo delle Baleari e ha vinto con il 54,58% dei voti. Il nodo da sciogliere, ora, per il futuro del governo spagnolo, è tutto in questa mossa dell’ultim’ora. Anche se Junts, a voto appena concluso, si è affrettato a dichiarare che “l’accordo sul Congresso e sulla presidenza socialista alla Camera non riguarda l’investitura di Sanchez come premier”, il sostegno degli indipendentisti alimenta le speranze del leader del PSOE di essere confermato al governo. Un fatto politico che fa pensare alle prove generali per il nuovo esecutivo. In politica tutto può succedere.