Se gli elettori restano fermi nei propri campi rivince la destra

di Nautilus

È un vizio del quale i media sono persino più colpevoli dei principali leader. Da settimane e settimane giornali e tv hanno “nazionalizzato” il voto regionale, finendo per assegnare un significato politico ad elezioni che si sono svolte in realtà locali importanti ma con una propria identità. Ogni singolo elettore, è ovvio, esprime nel suo voto locale anche un giudizio politico generale, ma guarda caso in tutte le competizioni Regionali che si sono svolte dopo le elezioni Politiche del 25 settembre 2022 sono stati confermati i pesi elettorali determinati in quella occasione. Persino in Sardegna: Pd, 5 Stelle, Rosso-Verdi avevano ottenuto nel 2022 quasi  sei punti in più rispetto al centro-destra e dunque nelle Regionali è stato quasi fisiologico che prevalessero. Idem, con ruoli invertiti, in Lombardia, Lazio e Abruzzo. E se i pesi del 2022 non si sposteranno, il Campo largo (ammesso che regga) potrà vincere quasi tutte le prossime sei competizioni regionali. Ma, continuando di questo passo, perderebbe le prossime Politiche. Le elezioni si vincono conquistando una percentuale dagli altri schieramenti. Il centro-destra nel 2018 si fermò al 37% e nei quattro anni successivi ha conquistato quasi sette punti, sfilandoli in gran parte ai 5S. Il cosiddetto Campo largo (l’alleanza che va da Conte fino a Renzi) alla sua primissima prova è vero che ha perso, tra l’altro confermando il buono stato di salute del Pd e del Psi (che in Sardegna elegge dopo anni con il 2% e in Abruzzo si attesta al 2,8%). Ma, giocando fuori casa, ha conquistato un confortante zoccolo duro, sul quale potrebbe iniziare la scalata verso il governo del Paese. Ma per farlo, l’effimero cartello elettorale sperimentato per la prima volta in Abruzzo, dovrà diventare (se tutti lo vorranno) una Coalizione, capace certo di dispiegare tutta la necessaria grinta per contrastare l’attuale maggioranza, ma anche capace di rappresentare una convincente alternativa di governo. Non una “Sinistra di governo” nella versione pragmatica del recente passato, ma una Coalizione capace di avere idee innovative e realizzabili sui dossiers fondamentali – sulla politica estera, su come far crescere il Paese, su come aiutare chi sta indietro – ma anche sulle tante questioni che aiutano a vivere una vita migliore.

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