Quando a Riano fu ritrovato il cadavere di Matteotti e Dumini fu visto sfrecciare su una Lancia

di Luigi Dell’Orso*

Nel piccolo comune di Riano, paesino laziale della città metropolitana di Roma Capitale, il ricordo di Giacomo Matteotti è molto forte. Qui, negli anni Settanta, per iniziativa del locale Partito Socialista, fu dato alle stampe un libro con una scrupolosa cronologia dei fatti, relativi alla scomparsa di Matteotti. Il libro fu scritto da Giuseppe Assogna, detto Peppino, che era stato eletto sindaco a Riano nel 1946.

Nel volume si narrano i fatti. Era il 15 giugno e a Riano si cominciava a parlare della scomparsa di Matteotti: i giornali, quei pochi che arrivavano, scrivevano che le indagini si erano spostate nella zona del Lago di Vico. Ma a Riano era tutto un vociare sulla possibilità che il corpo fosse stato portato là. Fu vista sfrecciare infatti una Lancia Landa – di automobili poche se ne vedevano a quei tempi – e Dumini, carnefice principale di Matteotti, guidava proprio quell’automobile. Le voci che giravano parlavano di un certo “zì Toto Virgili” che a cavallo esclamava: “Per l’uccisione di una bambina ci hanno tirato fuori anche una canzone, per l’assassinio di un deputato si sa poco o niente”. Passarono due mesi, era il 16 agosto e a Riano si sentiva urlare: “il figlio di Cencione ha trovato MatteottI”. Cencione era Vincenzo Caratelli, guardiano della tenuta del principe Boncompagni Ludovisi, che fu deputato fascista e governatore di Roma, padre di Ovidio, brigadiere dei carabinieri che aveva trovato il corpo mentre passeggiava con il suo cane. Il giorno seguente, dopo la rimozione del feretro, vennero a Riano, tantissimi carabinieri e molti ufficiali che alloggiarono nel Castello Baronale, alle pendici dell’odierno Centro Storico, allora unico centro abitato del paese. Al cimitero di Riano venne eseguita l’autopsia e venne effettuato il riconoscimento da parte del medico personale e della signora Matteotti. Il Partito Socialista organizzò allora una grande manifestazione antifascista a Riano, al fine di dare un segnale di riscossa. La manifestazione non ebbe l’esito sperato, divenne un convegno di esponenti politici, mancò il popolo, mancò la gente, era impaurita dalle ritorsioni dei fascisti, solo qualche audace al passaggio del feretro a Piazza della Fontana gridò “viva Matteotti!”. Ma oramai era troppo tardi, il regime aveva vinto e dovunque regnava sfiducia e terrore. Tante storie a Riano girarono in quegli anni, dalla giacca che Dumini avrebbe dimenticato e che fu trovata il 12 agosto a 7 chilometri alla Stazione di Sacrofano, ai giri della Lancia Landa per trovare il posto più adatto alla sepoltura. Tutte storie che servirono ad alimentare sfiducia e paura. Fino al 1926 nel luogo del ritrovamento ci fu un corpo di guardia fisso dei carabinieri e questi non permettevano l’avvicinamento, un giorno però presi di soppiatto riuscirono ad avvicinarsi quattro ragazzi, tra cui Peppino Assogna, e poterono vedere il piccolo monumentino eretto, un basamento in muratura alto ottanta centimetri, su cui era innestata una croce di marmo, questo monumento nei primi anni ‘30 scomparve, come il corpo di guardia fisso. Venne ritrovato solo il basamento per caso nel Dopolavoro locale, che era anche la sede del Fascio. La sede del Dopolavoro, durante la guerra venne usato come rifugio degli sfollati e quel blocchetto di pietra non si trovò più. Il 10 giugno 1944 dopo la Liberazione, i rianesi si recarono in corteo alla Quartarella a porre una croce di legno e dal 1946 ad oggi, cittadini e istituzioni, ricordano quel giorno. Non più nel punto preciso della Quartarella, ora di un privato, ma lungo la Via Flaminia, al km 25,000, dove dal 1976 è posato il Monumento donato dall’amministrazione comunale, un modesto ma significativo monumento a memoria perenne del martire socialista. Riano sarà teatro di molte iniziative, una organizzata dal Partito Socialista Italiano, per ricordare il politico, l’uomo, l’antifascista che più si oppose al giogo fascista. E nel vociare solito di un bar alle 10 di mattina, un grazie a questi saggi amici, che tengono con tutti i rianesi vivo questo ricordo.

*delegato del Sindaco di Riano per il centenario di Matteotti

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