Poveri noi

di Giada Fazzalari

Se serviva un’ulteriore certificazione della condizione di povertà nella quale versano le famiglie italiane, è arrivata. Il rapporto annuale 2024 con il quale l’Istat fotografa la situazione del Paese, non lascia margini interpretativi, indicando come l’Italia si inserisca in un contesto economico complesso, ma anche come non si risolvano nodi strutturali del sistema economico che rallentano le opportunità di crescita. Siamo il Paese con gli stipendi tra i più bassi d’Europa. Con un’inflazione che ha corso parecchio, con effetti differenziati sulle imprese e soprattutto sulle famiglie, il cui potere d’acquisto, specie per le meno abbienti, è seriamente compromesso ed i prezzi continuano ad aumentare. Il record di 5,8 milioni di famiglie in povertà, e dunque di esclusione sociale, è stato tristemente raggiunto. E a poco vale il tentativo dell’Istat di arginare retoricamente la grave situazione, confrontando i dati attuali con i livelli di piena pandemia, nel vano proposito di spiegarci che le cose stanno migliorando. Tanto che il rapporto non può omettere che la riduzione della capacità produttiva e la persistente debolezza della domanda interna hanno contribuito a frenare gli investimenti e, di riflesso, la produttività del lavoro. Ma, potremmo dire, il lavoro in sé stesso ne ha risentito, nonostante l’Istituto si affretti a ricordare come l’occupazione abbia ritrovato un trend positivo. Ma di quale tipo di lavoro stiamo parlando, se nonostante tutto una parte molto ampia di occupati versa ancora in condizioni di vulnerabilità economica, se non di povertà? Di fronte ad un quadro così poco rassicurante, il Governo non si premura, come dovrebbe, di trovare soluzioni. E invece vive fuori dalla realtà, completamente sconnesso e distante dal Paese reale. Preferisce affermare che tutto va bene, che la sinistra si concentra su questioni di poco valore, fuori dalla vita reale e la quotidianità degli italiani. Neanche di fronte alle evidenze, messe in luce tra l’altro da più soggetti indipendenti, sembra esserci un sussulto d’umiltà e la consapevolezza che è necessario agire con urgenza. Altro che parlare di generali e delle loro assurde visioni del mondo. Continuano a dire che altri sono fuori dal mondo, eppure danno spazio e megafono a uno che dice che gli omosessuali non sono normali. Intanto, mentre molti si mettono in fila alla Caritas per un pasto, Meloni ci ricorda una novella Maria Antonietta: “se non hanno più pane, che mangino brioches”.

 

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