Il San Francesco di Colle Oppio. Lollobrigida, un talento involontario

di Nautilus

In una scena pubblica che pullula di politici permalosissimi, il ministro dell’Agricoltura Francesco Lollobrigida – occorre riconoscerlo – merita la palma della sportività. Ogni volta, ad una sua gaffe (spesso spassosa), fa seguire una rivendicazione misurata o una sobria presa d’atto sull’equivoco insorto a sua insaputa. Il problema – oramai è chiaro – non sono le reazioni di Lollobrigida, ma le azioni: in 19 mesi di governo, il cognato di Giorgia Meloni ha messo in fila tante dichiarazione bizzarre, una striscia lunga, senza precedenti per un ministro. Selezioniamo fior da fiore. Presso il padiglione “Divina Nazione” che celebrava i prodotti agricoli italiani, Lollobrigida se ne è uscito così: “Quanto è importante stare a tavola, discutere, ragionare, bere un bicchiere di vino, dialogare… Quante guerre non ci sarebbero state di fronte a cene ben organizzate?” Una certa quale sproporzione tra i temi? fi come dire, senza volerlo, che i conflitti mondiali si sarebbero potuti scongiurare davanti ad un piatto di carbonara. Un’altra volta Lollobrigida ha detto: “Non possiamo arrenderci all’idea della sostituzione etnica: gli italiani fanno meno figli, quindi li sostituiamo con qualcun altro. Non è quella la strada”. Ci risiamo con la teoria della cospirazione globale? Lollobrigida: «Sono ignorante, non razzista». Giorni fa, in un allevamento, Lollobrigida ha carezzato il muso di una mucca, un gesto a suo modo tenero, peccato che il ministro abbia rilanciato l’immagine con un auto-elogio. La Rete è perfida: ecco il San Francesco di Colle Oppio! Il più grande comico italiano, Totò, creò personaggi che, sbagliando involontariamente parole e paroloni, fecero ridere milioni di italiani. Sembrava un’Italia affidata per sempre al bianco e nero ma le espressioni buffe di tanti politici ci fanno pensare quanto servirebbe un Totò in questa povera Italia, sempre sull’orlo della farsa.

Ti potrebbero interessare