Per un nuovo socialismo municipale

di Francesco Bragagni

Dagli albori a oggi: le idee del socialismo delle origini sono ancora attuali?

Il socialismo nasce per dare una vita dignitosa a tante persone oppresse e senza diritti. Dopo le tante importanti riforme del XX secolo, in gran parte volute e realizzate dai socialisti e che hanno portato a leggi moderne a tutela dei lavoratori, delle donne, delle minoranze, troviamo anche oggi tante persone che vivono in contesti di marginalità, senza un salario dignitoso, senza la possibilità di far valere i propri diritti, senza la speranza di un futuro migliore. Ecco perché anche oggi è fondamentale essere socialisti.

Tu sei molto impegnato sul fronte della digitalizzazione e della diffusione dei servizi da fornire ai cittadini. Quali sono le maggiori difficoltà che vedi in questo campo e come risolverle?

L’avvento del digitale, che ha avuto un particolare impatto con l’emergenza Covid, anche se già da alcuni anni prima venivano poste le basi, è stato visto da alcuni cittadini con sgomento. Avere una persona davanti a cui chiedere come evadere una pratica o come ottenere dei documenti è istintivamente più rassicurante per le persone che spesso non si rendono conto che con pochi minuti con lo smartphone possono risolvere problemi che spesso in passato le costringevano a muoversi nel traffico. Certo esistono tuttora fasce di popolazione, anziana ma non solo, poco avvezze agli strumenti digitali, e per questo abbiamo instituito corsi di alfabetizzazione informatica e digitale. Chi, però, vuole avere ancora la possibilità di rivolgersi agli uffici deve poterlo fare in serenità. Troppe le realtà (in verità poche a livello comunale) che si sono trincerate per mesi dietro le restrizioni da pandemia per negare l’accesso ai cittadini. Per questo abbiamo ampliato i servizi civici anche nelle zone più lontane dal centro, all’insegna del moderno concetto di “città di 15 minuti”

Su cosa deve puntare, oggi, un amministratore socialista, partendo dal territorio,?

Serve un serio sviluppo del PNRR, anche perché nascendo come Next Generation Eu rappresenta proprio quell’afflato europeista in cui crediamo. Insieme ai Fondi strutturali europei, costituisce una risorsa economica senza precedenti.

Ma bisogna fare i progetti..

Certo, quando si presentano delle candidature per i bandi del PNRR ci sono condizionalità molto precise, ed un monitoraggio specifico che viene posto in essere per valutare se gli obiettivi dichiarati vengono realmente portati avanti, quindi non esiste solo un controllo della spesa ma anche sulla missione e sugli obiettivi. Pertanto credo che non siano ammissibili leggerezze nell’utilizzo di questo strumento, anche perchè in Italia i fondi in passato sono stati a volte utilizzati in maniera pessima.

In questo campo, il ruolo dei socialisti quale può essere?

Il Psi deve fare un richiamo di responsabilità al Governo che invece di scaricare la colpa sugli esecutivi precedenti, chiedendo rinegoziazioni fuori tempo massimo, sia di aiuto agli enti locali per elaborare progetti di sviluppo sostenibile.

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