Matteotti, cento anni dopo un eroe ancora ingombrante

di Nautilus

Le parole più importanti sulle ragioni dell’assassinio di Giacomo Matteotti da parte dei sicari fascisti, le pronunciò Carlo Rosselli: “Quando affermava, provava”. Sembra poco e invece è tutto lì: Matteotti era diventato ingombrante per le cose che diceva e per come le diceva. Eppure, cento anni dopo, la sua memoria fatica a diventare condivisa. L’Italia ufficiale gli ha reso un omaggio timido: una commemorazione alla Camera dei deputati, un commento (scritto, senza metterci la faccia) da parte della Presidente del Consiglio, che ha preso atto di quel che si sa da cento anni su chi uccise Matteotti, dimenticandosi di ricordare che era un dirigente socialista. Zero da parte delle forze della sinistra parlamentare, solo parole burocratiche. Nulla di significativo sulle “ammiraglie” Rai. Sulle pagine culturali di un giornale da sempre collocato a sinistra, l’ex magistrato Giancarlo De Cataldo è arrivato a domandarsi se Matteotti sia “da iscrivere alla schiera dei democratici tout court”, piuttosto che dei “socialisti democratici”. Una perla memorabile. Anche in una mostra (meritevole nelle intenzioni) organizzata dal Comune di Roma gli anni più importanti della militanza politica di Matteotti sono descritti sui pannelli con sintesi che cancellano del tutto la sua identità di riformista, intransigente sia verso l’inerzia dei notabili liberali che verso il nullismo dei comunisti. Accanto a queste manipolazioni si è manifestato invece un fiorire di bellissimi6 convegni in tutta Italia e ben 27 libri, quasi tutti di notevole qualità che finalmente hanno consentito di ricostruire la vera identità del politico Matteotti e la sua eredità dimenticata. Molti libri e alcune preziose scoperte storiche. La tesi mai avvalorata da prova storica circa il movente “petrolifero” dei sicari è stata ulteriormente dissipata da un appunto riaffiorato dagli archivi della Banca d’Italia e scritto dal ministro delle Finanze di Mussolini, nel quale Alberto De Stefani nei giorni cruciali definisce “diversivo” la pista scandalistica. E da archivi francesi riaffiora un appello agli antifascisti della vedova Matteotti, che dissipa definitivamente il teorema di Velia Titta cedevole col fascismo. Due segnali, tra i tanti, che rendono ulteriore onore ad un uomo coraggioso che è stato, non solo un formidabile capo socialista, ma anche un grande italiano.

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