di Giada Fazzalari
Quelle dell’8 e 9 giugno potrebbero essere delle elezioni storiche. Il momento in cui si svolgono deve fronteggiare questioni straordinarie: l’instabilità geopolitica ai nostri confini determinata da conflitti, terrorismo, povertà, fragilità istituzionale, delegittimazione di valori come l’antifascismo, il diritto di espressione. A peggiorare il quadro ci sono le previsioni di un astensionismo da record. Potrebbe cioè diventare maggioranza assoluta il rifiuto a compiere quell’esercizio che l’art 48 della Costituzione definisce “dovere civico”. Uno scenario che, proprio in ragione di queste premesse, è da scongiurare. È evidente che il progetto di integrazione europea sia minacciato da nazionalismi e forze reazionarie che alimentano sentimenti di disaffezione e sfiducia nei confronti delle istituzioni democratiche europee. Non sono forse una minaccia per il nostro Paese forze politiche come la Lega che aspettano ordini da Putin e Trump, volendo “meno Europa” e quindi più Cina e Russia? O come FdI dove si candidano a governare l’Europa senza credere nell’Europa? Non è un imbroglio a danno degli elettori candidarsi – come Meloni, Tajani, Calenda, Schlein – per essere eletti e mandare in Europa qualcun altro? E però, nel panorama politico italiano, si è affacciata una straordinaria novità: la lista Stati Uniti d’Europa. In una campagna elettorale animata dalla polarizzazione del linguaggio, la lista guidata da Renzi, Maraio e Bonino, è stata l’unica a dire che Europa vogliamo, a schierare persone competenti che, loro sì, andranno in Europa per assolvere al mandato dei cittadini: cambiare le istituzioni Europee, rendendo protagonista l’Italia. Riformismo, garantismo, difesa e politica fiscale comune, Europa federale, sono le parole d’ordine che hanno animato una campagna elettorale che ha visto la mobilitazione di migliaia di cittadini.Ecco perché vale la pena di andare a votare e votare per Stati Uniti d’Europa. Perché è un voto per l’Europa ma è soprattutto un voto per noi. E per tornare a quella visione di chi aveva sognato una grande patria europea e non tanti piccoli stati isolati. Chissà che nel momento più difficile , non sia venuto il momento di realizzarla.