Marketing elettorale

di Giada Fazzalari

L’ “annuncite”, prima o poi, coglie tutti coloro che vanno al governo del Paese. Questo in particolare, ha avuto un’abilità straordinaria verso le politiche di annuncio, proprio a ridosso della campagna elettorale per le europee e di circa la metà dei comuni italiani. A metterle in fila, sembra davvero d’essere ad un bazar. Dalle parti di palazzo Chigi devono aver pensato: “basta la parola”. Via via per tutta la penisola, ce n’è per tutti: c’è la necessità di accontentare l’elettorato del sud con la suggestione di una rapida uscita da decenni di antiquariato infrastrutturale, ed ecco pronto il progetto del Ponte sullo Stretto, che pure sarebbe un’opera avveniristica, non fosse altro che lo si è immaginato togliendo al sud miliardi di finanziamento per gli ammodernamenti, con buona pace dei pendolari siciliani che oggi impiegherebbero quasi sei ore per andare in treno da Catania a Palermo. Le accise da abbassare sulla benzina? Giorgia Meloni è da quello spot esilarante di qualche anno fa che non è più passata per un distributore, a vedere con i suoi occhi la realtà. E ancora: serve fermare gli sbarchi dei migranti sulle nostre coste? Nessun problema, basta dar ordine di non parlarne per un po’. Poi, se si deve far credere che si sta lavorando per aumentare il potere d’acquisto alle famiglie, buttiamo là la notizia di un “vertiginoso” una tantum di 100 euro che gli italiani troveranno (lordi) in busta paga (solo) a gennaio, ed il gioco è fatto. “Venghino signori, venghino”! È il tempo di una giustizia riformata, più moderna, dove affianco alla salvaguardia dell’indipendenza della magistratura, ci sia una chiara distinzione dei ruoli dei giudici. Bene, ma agire su questo potrebbe disturbare, quindi, meglio decidere più avanti, dopo il voto. Il superbonus sta mandando in malora i conti pubblici, bisogna fermarne gli effetti. Ma questo crea incertezza, perciò decidiamo in autunno. Ah, a proposito: lo scherzetto della riduzione del cuneo fiscale, venduta come riforma strutturale, finirà con quest’anno. E per la natalità e le mamme? Cosa si fa? L’iva sui prodotti dell’infanzia e per le donne è aumentata. Risultati, per ora non se ne vedono. Quello che si avverte, anche forte, è la presa in giro all’intelligenza degli italiani. Oggi prevale la comunicazione al contenuto, la logica del consenso subito, senza risultati. Quella che una volta si chiamava “marchetta elettorale”. Non è elegante, ma l’espressione rende.

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