L’opera vista dalle sponde

di Marcella Giustra

REGGIO CALABRIA – Tra ottimismo e preoccupazione cresce il dibattito tra favorevoli e contrari alla realizzazione del Ponte sullo Stretto, opera ingegneristica ambiziosa che cambierebbe per sempre il volto dello specchio d’acqua che separa Scilla e Cariddi, protagoniste delle gesta mitologiche di dei e mortali narrate da Omero. A tenere banco, negli ultimi mesi, sono state le diatribe squisitamente politiche e le prese di posizione dei partiti che non se le sono certo mandate a dire sul tema; del resto si gioca una partita importantissima che desta l’attenzione e l’interesse degli italiani e non solo. Nonostante le continue rassicurazioni del Governo e dell’ Ad della Società “Stretto di Messina”, Pietro Ciucci, verso i cittadini di Cannitello di Villa San Giovanni che dovranno essere trasferiti e le loro abitazioni espropriare, c’è molta preoccupazione.  La tensione è alle stelle, anche perché l’iter per l’avvio dei lavori  viaggia a vele spiegate. Associazioni, comitati pro e contro, organizzazioni di quartiere, intellettuali, professionisti di settore e cittadini, sono scesi in campo a muso duro a difendere le proprie idee in merito ad una vicenda di strettissima attualità.  A Reggio Calabria se ne parla nei bar, nelle piazze, nei negozi ed i pareri sono discordanti. C’è chi considera quest’opera come un’opportunità unica per rilanciare l’economia del territorio, che andrebbe oltre il lembo di costa delle due sponde dello Stretto, soprattutto per i giovani e le tante professionalità che avrebbero così un importante sbocco lavorativo. Ma c’è chi non è di questa opinione, come chi sostiene che il Ponte non sia altro che un’opera gigantesca ed invasiva che prevede un investimento esoso, “insostenibile per le casse dello Stato”. O chi crede che le risorse dovrebbero essere investite in altre infrastrutture più urgenti, come l’ammodernamento della strada statale SS106, definita, tristemente, “la strada della morte”. Le opinioni sono diverse e radicalmente opposte: c’è chi si ostina a dire di no, vittima della solita vecchia retorica che considera il Ponte appetibile al malaffare o chi è convinto che darà ossigeno all’economia delle due regioni attirando turisti da tutto il mondo. Insomma, quando si chiede alla gente un’opinione sul Ponte, ne scaturisce quasi sempre una rissa, i toni si alzano, le anime si scaldano. Secondo alcuni cittadini della città calabrese che si affaccia sullo Stretto, il Ponte  trasformerà  Reggio e Messina in “servitù di passaggio” peggiorando le due realtà. I tanti pendolari costretti ogni giorno a fare la spola tra le due sponde per motivi di lavoro, invece, considerano l’opera risolutiva da molti punti di vista: di tempo e di costi, soprattutto. Insomma, una vox populi unanime, sul Ponte, stavolta non c’è. E del resto, da quando se ne parla, non c’è mai stata.

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