L’Italia è sempre più isolata e gli sbarchi di migranti sono in aumento

di Rocco Romeo

Tra restrizioni inefficaci, emergenza accoglienza e isolamento europeo, l’Italia resta senza una vera strategia migratoria. L’ultimo rapporto statistico del Dipartimento per le Libertà civili e l’Immigrazione del Ministero dell’Interno, aggiornato al 31 gennaio 2025, offre uno spaccato della situazione migratoria in Italia e mette in evidenza il sostanziale fallimento delle attuali politiche di gestione dell’immigrazione. Dati in aumento, ed il problema rimane. Nel gennaio 2025, il numero di migranti sbarcati in Italia è stato di 3.368, un dato superiore ai 2.258 del 2024 ma inferiore ai 4.963 del 2023. Se da un lato il calo rispetto al 2023 potrebbe essere letto come un successo della politica restrittiva adottata dal governo, dall’altro emergono criticità che dimostrano che la riduzione degli sbarchi non corrisponde ad un’effettiva soluzione del fenomeno migratorio. I dati evidenziano come la pressione migratoria rimanga elevata e si concentri in determinati periodi: tra il 24 e il 27 gennaio 2025, ad esempio, sono arrivati quasi 1.700 migranti in pochi giorni. Questo dimostra che il controllo delle frontiere, lungi dall’essere risolutivo, è spesso inefficace nel contenere i flussi. Il report evidenzia anche le criticità della rete di accoglienza. A gennaio 2025, in Italia risultavano presenti 143 migranti negli hotspot, 100.978 nei centri di accoglienza straordinaria (CAS) e 38.189 nei centri del Sistema di Accoglienza e Integrazione (SAI), per un totale di 139.310 persone. La Lombardia è la regione con il maggior numero di migranti accolti (18.261), seguita dal Lazio (12.878) ed Emilia-Romagna (12.602). Questo mostra uno squilibrio evidente nella distribuzione dei migranti tra le Regioni, con alcune aree che si trovano a gestire un carico maggiore rispetto ad altre, senza una chiara strategia nazionale di redistribuzione. Resta il problema nel problema, ovvero quello dei minori non accompagnati: un fenomeno in crescita, che coinvolge direttamente anche i Comuni, nonostante l’allentamento del carico economico, ma non gestionale, in capo agli enti territoriali. Quello dei minori è uno degli aspetti più allarmanti. Nel 2025 ne sono sbarcati 221 nei primi 27 giorni dell’anno. Un dato notevolmente in calo rispetto agli 8.043 del 2024 e ai 18.820 del 2023, ma che continua a rappresentare una questione critica, poiché molti di questi giovani rischiano di finire in condizioni di sfruttamento o di marginalità sociale. È necessario chiederci quale debba essere il ruolo dell’Europa nella gestione delle politiche migratorie e non è cosa da poco l’isolamento nel quale spesso, al di là delle dichiarazioni d’intenti di Bruxelles, è costretta l’Italia. A livello europeo, il nostro Paese continua a trovarsi isolato nella gestione del fenomeno migratorio. Il fallimento del Patto sulla Migrazione e l’Asilo ci ha lasciato senza un vero meccanismo di ricollocazione obbligatoria dei migranti tra gli Stati membri dell’Ue. La Francia e la Germania hanno rafforzato i controlli alle frontiere, mentre i paesi del blocco di Visegrád continuano a opporsi a qualsiasi forma di solidarietà obbligatoria. L’Italia, nonostante le promesse di una linea dura, continua a essere il principale punto di approdo per le rotte migratorie nel Mediterraneo, senza però ricevere un adeguato supporto dall’Unione. In conclusione, i dati mostrano che l’approccio del governo all’immigrazione non sta funzionando. La riduzione degli sbarchi non significa risolvere il problema, e il sistema di accoglienza continua a essere sotto pressione. Senza una strategia efficace di gestione e integrazione, il fenomeno migratorio rimarrà un’emergenza cronica, con pesanti conseguenze sociali ed economiche per l’Italia e l’Europa.

 

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