di Daniele Unfer
Il percorso verso il Congresso della prossima primavera è iniziato da tempo. Un percorso fatto di crescita per il Psi, che negli ultimi tempi ha potuto contare su riscontri positivi che registrano un Partito vivace e in buono stato di salute. Il Congresso è un momento di importanza strategica per un partito perché indica la strada, il progetto politico e gli obiettivi che una comunità decide di perseguire. Ne viene prova dagli importanti appuntamenti in agenda, come la Conferenza di Milano su sicurezza, sviluppo e riforme, in programma l’8 febbraio e che segue quella già svolta a Napoli nei mesi scorsi. Un percorso di crescita testimoniato anche dai numeri del tesseramento che ha avuto un aumento del venti per cento rispetto allo scorso anno e del trenta per cento rispetto a due anni fa e del 2xmille che ha registrato un incremento del 15% con oltre mille nuove sottoscrizioni. Un risultato decisamente positivo sia per l’organizzazione che per l’attività politica. Perché questa è la funzione dei partiti voluta dalla Costituzione: quella di raccogliere il consenso affinché diventi rappresentanza dei cittadini nelle istituzioni. Una funzione alta che deve essere rafforzata con regole nuove perché, ed è sotto gli occhi di tutti, da quando i partiti così come intesi nella loro funzione originale sono venuti meno, l’Italia si è lentamente trasformata in un Paese meno forte, meno giusto e meno capace di incidere a livello internazionale. Il Congresso del Psi, su proposta del segretario Maraio, alla guida del partito dal 2019 e riconfermato nel 2022, si svolgerà in primavera e cadrà nel 25esimo anno dalla morte di Bettino Craxi. È a lui infatti che il Psi ha dedicato la tessera di adesione del 2025. Un significato che va oltre il giusto riconoscimento per la sua figura e che si prefigge di riprendere quella capacità di lettura della società, con una spinta riformatrice, per trasformarla in azione politica in una fase in cui il centrosinistra non è mai stato così debole e incapace di dare risposte concrete. Craxi va ripreso come punto di riferimento: le sue idee e la sua storia appartengono alla sinistra socialista perché la sua visione è stata tale. Il percorso congressuale non può non ricordare il suo nome rilanciando i suoi temi per proiettarli nel futuro. Su questo il centrosinistra, a partire dal Pd, dovrà misurarsi partendo dalle riflessioni comuni sulla politica estera e sull’europeismo. Craxi costruiva un’idea di Italia, difendeva l’autonomia del Paese con la sua centralità nel Mediterraneo, lavorava per un’Europa più forte. E otteneva rispetto per il Paese. Proprio in ragione di ciò, è urgente ancorare Bettino Craxi alla sinistra, bloccando i maldestri tentativi della destra di appropriarsene, ma è soprattutto necessario interrogarsi sulle grandi sfide affinché il centrosinistra possa tornare a governare con una visione riformista che è esattamente quella opposta a quella del governo in carica la cui visione è settaria. Il governo Meloni accarezza i propri elettori e bastona gli altri. Basta guardare le riforme messe in campo a partire da quella, fortunatamente bloccata dalla Consulta, sull’autonomia differenziata. Ma anche la scuola o la sanità seguono la stessa scellerata logica dei tagli. Clamoroso l’attacco diretto alla fondazione Gimbe, che da anni agisce in assoluta indipendenza nel riportare i dati riguardanti la sanità in Italia, che ha avuto l’ardire di segnalare numeri non graditi al manovratore. Un segnale di autoritarismo che si ripercuote sulla democrazia del Paese. I congressi sono l’espressione democratica di un partito. Non tutti li fanno. Il Psi sì. Non si può dire lo stesso dei partiti di centrodestra che sono guidati spesso da un capo non da un segretario. È infatti con la stessa logica che interpretano il ruolo di guidare un Paese con le istituzioni viste non come bilanciamento di poteri ma come intralci da evitare. Al Congresso Nazionale si arriverà dopo gli attivi regionali e dopo le due importanti iniziative programmatiche in calendario di cui sopra. Appuntamenti propedeutici in un anno ove comunque decine di milioni di cittadini andranno a votare tra regionali e comunali. Appuntamenti importanti, ai quali i socialisti non si faranno trovare impreparati.