L’Emilia-Romagna ferita dall’alluvione deve farci cambiare tutto

di Giada Fazzalari
Lo scenario che l’Emilia Romagna consegna al Paese impone alla classe dirigente un cambio di mentalità. Mentre ci si divide tra accuse di ambientalismo fondamentalista e chi fa spallucce trincerandosi dietro l’imprevedibilità del fato, la soluzione è quella di pensare a politiche di ampio respiro per anticipare eventi che sono, come la questione climatica, non più rinviabili. Un eterno conflitto tra destra e sinistra, che in genere finisce col ripercuotersi sui cittadini. E’ impressa nella storia della sinistra italiana la capacità di elaborare una proposta politica, un progetto per l’Italia fondato sui pilastri su cui si regge il Paese. Ora deve cambiare tutto, a cominciare dall’approccio con cui determinate urgenze vanno affrontate: le riforme, la transizione ecologica, il terribile divorzio dei partiti con il lavoro, la modernizzazione del Paese attraverso le opere pubbliche, l’ascensore sociale bloccato ormai da anni, questione di cui la classe politica incredibilmente sembra disinteressarsi. La proposta alternativa dell’opposizione a un governo che vaneggia sull’etnia e le razze, anziché in azione martellante , si sta trasformando nell’antagonismo esasperato, della politica dei no, dei litigi e dei personalismi. Quella che si nasconde dietro il populismo come facile scorciatoia – niente di più dannoso – anziché indicare una ricetta di sinistra, una soluzione efficace, alle numerose crisi sociali e al carrello della spesa degli italiani sempre più leggero. Passare alla politica della pianificazione e non dell’emergenza, insomma, e l’Emilia Romagna ne è l’esempio. Parlare alla gente e dire, chiaramente, qual è la nostra idea di Italia. È del tutto evidente che continuare a dare le solite consumate risposte, è una formula che non funziona. Altrimenti allontaneremo sempre più la nostra gente dai nostri partiti, e dalle urne. In questo momento di enorme fragilità sociale e ambientale, abbiamo il dovere di occuparci seriamente del futuro dei nostri figli.

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