Le tre facce della destra. Divisi tra atlantismo e filo-putinismo

di Giada Fazzalari

Le partite che la destra italiana vuole giocare a Bruxelles, non si terranno sullo stesso tavolo. Nella corsa verso le europee, sono evidenti le contraddizioni che vedono la destra marciare unita (si fa per dire) in Italia, divisa in Europa. Perché mentre i sovranisti riuniti da Salvini a Firenze vorrebbero spazzare via “i malati” – è stato detto – come Timmermans e Ursula von der Leyen, proprio con questi “burocrati” Giorgia Meloni dovrà parlare, accreditandosi, in linea con il profilo assunto sin dall’inizio del suo mandato da premier, come interlocutore autorevole, specie su dossier bollenti come il Patto di stabilità e l’immigrazione. Non è un segreto che la politica atlantista di Giorgia Meloni, che ad esempio sull’Ucraina non è mai stata ambigua, si scontri ogni giorno con il sovranismo e l’euroscetticismo della Lega di Salvini che, a Firenze, insieme a mezzo governo, applaudiva – in compagnia di qualche ministro piuttosto imbarazzato – di fronte ad affermazioni come: “le sanzioni alla Russia sono inutili e dannose”. E con questi presupposti le tre destre oggi al governo, aprono la campagna elettorale verso le elezioni del 2024. Tajani, che è vice presidente del PPE, lavora a un accordo largo che includerebbe conservatori, popolari e liberali. Meloni è alla presidenza di Ecr, il gruppo concorrente di Salvini, che stringe sempre di più le maglie dell’alleanza nera dei sovranisti europei, nel gruppo Identità e Democrazia, in compagnia di Le Pen e Afd. E mentre Salvini fa il sovranista di lotta in Europa e di governo in Italia, la famiglia europea di Meloni sarebbe pronta al salto governista. Una mossa grazie alla quale Meloni potrebbe sperare in un atteggiamento più ‘aperto’ nei confronti dell’Italia, specie in partite su cui si gioca tutto. Insomma, l’ancoraggio euro atlantico di Giorgia, stride con la posizione filo putiniana di Salvini e quella moderata di Tajani. Una destra schizofrenica che, ora, si gioca tutta la credibilità. A Bruxelles come a Roma.

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