di Nautilus
È come se si fossero uniti in una catena della solidarietà ma all’insegna della comicità involontaria. È come se i ministri del governo Meloni si fossero messi d’accordo, uniti in una ideale staffetta: ogni settimana, a turno ma spesso anche in sequenza personale, producono una nuova gaffe esplosiva. A volte sono infortuni buffi, a volte politicamente scorretti, ma tutti di notevole impatto “spettacolare” e mediatico. Molte di queste gaffes, anche se non tutte, sono il prodotto di una loquacità irrefrenabile, come se fosse un obbligo imitare la presidente del Consiglio che quanto ad interventismo è senza eguali. Ma proprio questa febbre della loquacità può giocare brutti scherzi. Ma parlando così spesso può capitare di non studiare bene i dossier, o anche – perché no – di confondersi, di incorrere in un lapsus involontario. Capita a tutti, figurarsi se non può capitare ai ministri chiacchieroni. Nessuno può sapere se Gennaro Sangiuliano, incorrendo nell’errore di far nascere Galileo Galilei prima di Cristoforo Colombo, conoscesse la sequenza giusta. Il suo potrebbe essere, in effetti, un lapsus involontario, ma una cosa è certa: non lo ha chiarito subito, consentendo a tanti sulla rete e a qualche politico di ironizzare. Ne sono venuti fuori giochi di parole e vignette esilaranti. Perché davanti ad un lapsus, non si capisce se frutto di ignoranza o d’altro, la cifra giusta è proprio l’ironia, il sarcasmo, anche corrosivi. Qualcuno ha pensato che fosse il caso di andare oltre, di ricorrere al dileggio. Arma retorica legittima, ma da usare contro politiche sbagliate, più che per stigmatizzare un errore (forse) involontario. Sembra una differenza capziosa, ma non lo è. Ora che la destra di governo sembra avere imboccato la strada del declino, aumenterà la tentazione delle parole forti, delle invettive a prescindere. Tentazione comprensibile, ma imitare gli altri nei loro difetti peggiori è la prima scorciatoia, non tanto per perdere consensi (sul breve la demagogia spesso aiuta) ma a perdersi. A perdere la propria diversità, umana e politica da questa destra pasticciona, arrogante, pericolosa.