Le destre al ribasso. Un segno di speranza

di Giulio Di Donato

Il contesto mondiale è zeppo di criticità: due conflitti regionali in possibile espansione; lo scontro Trump-Biden e le chance del tycoon che destano forti preoccupazioni; l’alleanza Putin – Xi alla guida di un vasto cartello anti-occidentale col “sud” del mondo; un occidente incerto e indebolito dal fuoco amico della cultura woke e l’alleanza tra élite universitarie Usa e Ue con frange terroriste (Iran, Hamas, Hezbollah, Houthi, ecc.). Però qualche buona notizia dal fronte europeo e medio orientale induce ad un cauto ottimismo. Cominciamo dalla vittoria del moderato Pezeshkian in Iran. Non che ci si possa illudere che gli ayatollah siano in uscita. Ci vorrà del tempo non breve per riportare l’Iran nel novero degli Stati che operano per la pace ed il benessere dei loro popoli. Ma certo la vittoria dell’esponente moderato è un passo avanti nel Medio Oriente incendiato dal conflitto in corso. Il dato però che rappresenta un vero e profondo sollievo è quello che viene dalla Francia dove al ballottaggio la sconfitta pesante della Le Pen ridimensiona anche l’ondata destrorsa neo nazista putiniana e un po’ razzista registrata alle europee. Oltre la Le Pen, esce sconfitto e mortificato anche Salvini che aveva puntato tutto sul Rassemblement National soprattutto in chiave anti Meloni. In Francia la vittoria della sinistra non è solo di Melanchon ma anche di Glucksmann e Hollande e di altri riconducibili alla sinistra (ma Ensamble di Macron secondo gruppo è stato un successo). Ed è questa una notizia che insieme alla strabiliante vittoria dei laburisti di Starmer in Gran Bretagna, consolida una prospettiva che ci riguarda in Italia. Dove la destra al potere può essere sconfitta solo da una sinistra che abbia in sé una forte dominante e prevalente componente riformista. Questo apre uno spazio al Psi che da sinistra, ma con una forte e ferma identità riformista (anche con dissensi significativi con Pd e 5 stelle, vedi la riforma Nordio) può essere la carta vincente. Saranno indispensabili però alcune condizioni: la prima è la credibilità del Psi, che passa attraverso il rafforzamento della segreteria Maraio e dell’unità interna. La seconda è di concentrarsi sul realismo programmatico, senza ideologismi, sui temi concreti valutando soluzioni realistiche, di buon senso, improntate ad una cultura di governo. La terza consiste in un radicamento territoriale che deve avvenire in forme organizzative certamente moderne ma deve puntare su un modello aggiornato di comunità con forti legami territoriali. Avremo modo di discutere di tutto ciò e di molto altro in occasioni prossime che si auspicano numerose.

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