di Lorenzo Cinquepalmi
La Costituzione della Repubblica è un testo organico che vale nel suo insieme. I principi che afferma devono essere letti, rispettati e applicati in modo organico e unitario. Parcellizzare il dettato costituzionale significa violarlo, perché i limiti di ciascuno dei diritti garantiti dalla Costituzione consistono nella salvaguardia degli altri diritti che, con pari dignità, in essa sono affermati e tutelati. Quindi, la libertà di espressione garantita dall’articolo 21 della Costituzione non può legittimare affermazioni che siano lesive di altri diritti di pari dignità. L’art. 3 prevede che i cittadini non possano essere discriminati per sesso, razza, lingua, religione, opinioni politiche, condizioni personali e sociali. È allora evidente che chi invochi la libertà di espressione per affermare che un essere umano è meno uguale di altri, perché appartiene a una certa etnia o ha un costume sessuale che si ritiene non comune, vìola il principio costituzionale dettato dall’art. 3 e non potrà invocare l’art. 21 a sostegno della liceità del suo comportamento. Non è significativo che il comportamento illecito sia di rilevanza penale, perché è evidente che non tutto ciò che è illecito sia anche penalmente rilevante. Tutto questo per chiarire che la condotta del generale Vannacci è illecita e incostituzionale, a prescindere dal fatto che costituisca reato o meno. Un alto ufficiale delle forze armate deve rispettare la Costituzione su cui ha giurato ed adeguarsi ai principi che detta. Tutti, perché la Costituzione non è lo scaffale di un supermercato: se si giura di rispettarla, la si rispetta tutta, non si può scegliere. La formula del giuramento dei militari recita: “Giuro di essere fedele alla Repubblica italiana, di osservarne la Costituzione e le leggi e di adempiere con disciplina e onore tutti i doveri del mio stato per la difesa della Patria e la salvaguardia delle libere istituzioni.”. Le convinzioni che Vannacci ha esternato con la sua pubblicazione sono compatibili con questo giuramento e con i principi che sono affermati nella Costituzione che ha giurato di rispettare? Evidentemente no. Ecco perché l’iniziativa di Vannacci è illecita; non conta se costituisca reato o meno, perché non tutto ciò che è illecito costituisce reato. E un illecito non costituente reato rimane un illecito. Il punto è che, quando la politica agisce sostenendo tesi che non si conciliano con i principi fondamentali di eguaglianza che ci siamo dati, ed è ciò a cui stiamo assistendo, tra coloro che a quei principi sono contrari, inevitabilmente, qualcuno crede che si stia presentando l’occasione per dar loro una spallata. Ecco chi è Vannacci, ed ecco chi sono coloro che lo difendono. La libertà non è conquistata per sempre; come, giustamente, viene spesso ripetuto, va difesa giorno per giorno. Vannacci, e quelli come lui, sono gente da cui difenderla.