Il parà ha fatto da “reagente” sui reazionari

Per decenni le classi dirigenti dei partiti hanno soffocato gli spiriti “animali”, ora risvegliati

La sorpresa c’è stata e per capirci qualcosa, è servito un po’ di tempo. Ma ora è tutto chiaro. Per qualche giorno ci si è accalorati sul “diritto” di un militare di dire la sua e sul “dovere” del ministro di redarguirlo. Poi, seguendo le ondate emotive tipiche della stagione, si è spostato il focus e si è capito che il generale prima o poi si butterà in politica. Giustamente si è cercato di capire chi lo accoglierà e naturalmente si tratta di tutte preoccupazioni opportune. Ma il libro auto-prodotto dal generale Vannacci ha fatto affiorare, sulla zona destra dell’opinione pubblica, tante persone che non hanno avuto remore – ecco il punto – a manifestarsi sui social, nelle istituzioni. C’è una parte di italiani che pensa che i gay non siano normali, che siano una lobby pericolosa, che non debbano sperare di diventare genitori, che le regole di inclusione siano imposte dalle minoranze con il lavaggio del cervello di chi vorrebbe favorire l’eliminazione di ogni differenza tra le razze. Nessuno creda che queste idee siano diffusissime come invece si vorrebbe far credere. Se mai Vannacci prendesse la guida di un partito, o vi entrasse, il suo destino sarebbe quello di analoghe iniziative di quel tipo: piccole percentuali. Opinioni non estese ma presenti, eccome, in fasce di popolazione molto adulta, molto di destra e anche benpensante, dove il linguaggio semplificato del generale è condiviso. Pensieri che, sinché non vengono risvegliati da qualche malintenzionato, restano annidati nella testa di milioni di italiani. Lo stesso avveniva, negli anni ‘50 o ’60, con tanti elettori DC che spesso erano più retrogradi dei missini, ma erano ben imbrigliati dai capi democristiani. Per non parlare di tanti elettori comunisti che vivevano nel mito di Stalin, mentre i vertici dei partiti di sinistra avevano posizioni più “civili”. Ecco la “colpa” di Vannacci: aver sdoganato tanti reazionari in sonno. Uno dei ministri di fiducia di Meloni – Guido Crosetto – ha preso le distanze, mentre non stupisce che Matteo Salvini abbia regalato un buffetto al generale che si crede erede di Giulio Cesare. A proposito di classi dirigenti.

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