di Giada Fazzalari
Tommaso Della Longa, romano, è il portavoce della Federazione Internazionale Croce Rossa e Mezza Luna Rossa (IFRC), l’organizzazione che raggruppa 191 società nazionali e che può contare su 197 milioni di persone; un ‘esercito’ tra membri, attivisti e volontari, che si occupano del sostegno umanitario alle popolazioni vittime di guerre e disastri naturali. Giornalista e scrittore, Della Longa si è sempre occupato di esteri, curando in particolare la comunicazione dalle zone di crisi e seguendo la difficile situazione delle migrazioni di massa. In questa intervista all’Avanti! della domenica, ci aiuta a comprendere quale sia la situazione a Gaza, che Della Longa definisce drammatica e catastrofica, dopo la ripresa della guerra tra Hamas e Israele, soprattutto dal punto di vista degli operatori sanitari che lì stanno prestando il loro servizio, in un territorio dove manca tutto e dove la presenza delle organizzazioni internazionali è fondamentale per garantire un minimo sostegno alla popolazione.
Dottor Della Longa, in che modo la vostra organizzazione opera in Medio Oriente?
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Come è cambiata la situazione a Gaza prima e dopo la ripresa del conflitto?
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Di che tipo e a quale scopo?
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Crede che il diritto internazionale non si stia rispettando?
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Ieri il segretario generale dell’IFRC Jagan Chapagain ha fatto un appello disperato, proprio da Rafah, alla comunità internazionale, sottolineando l’esigenza di far circolare gli aiuti umanitari…
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Una situazione che ha pochi eguali nella storia recente…
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E le organizzazioni umanitarie devono attenere le decisioni?
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Come pensa abbia reagito, a suo avviso, la comunità internazionale di fronte a questo disastro umanitario?
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Questo conflitto ha ragioni più profonde e antiche…
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E quale crede sia una delle strade percorribili in una situazione simile?
<<C’è bisogno di un approccio multilaterale che purtroppo stiamo vedendo sempre di meno nel mondo, eppure sarebbe necessario ora più che mai, ne sono testimonianza le situazioni che si sono venute a creare da Gaza fino al Sudan, passando per l’Ucraina e le migrazioni. Noi avevamo pensato che con la Convenzione di Ginevra, l’‘ombrello’ delle Nazioni Unite, determinate cose del passato non sarebbero tornate, invece stiamo assistendo sempre più ad approcci unilaterali e di chiusura. La questione israelo-palestinese esiste da anni>>.
Cosa chiedete alla comunità internazionale?
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