Intervista di Andrea Follini
Il Psi parteciperà alla costruzione della lista “Stati Uniti d’Europa” per concorrere all’elezione dei rappresentanti al Parlamento europeo in tutti i cinque collegi nazionali, i prossimi 8 e 9 giugno. Lo ha stabilito il Consiglio Nazionale del Psi, che si è riunito a Roma pochi giorni fa proprio per indicare il percorso da compiere verso le elezioni europee. Una sfida impegnativa, alla quale il Partito si sta preparando da tempo e che rientra pienamente nell’obiettivo di riportare il simbolo del garofano sulle liste elettorali ad ogni livello. Una lista di scopo legata a una condizione politica precisa: una scelta di campo convinta e consapevole.
Segretario, il Psi ha votato all’unanimità l’ok alla lista Stati Uniti d’Europa, insieme ad altre forze politiche, tra cui Italia Viva e +Europa. Possiamo entrare nel vivo di questa nuova sfida…
«Siamo pronti: il partito concorrerà alle elezioni in modo convinto e con entusiasmo. Abbiamo fatto un lavoro preparatorio intenso e questa è stata la scelta più naturale e credibile possibile. Sono passati già diversi mesi da quando abbiamo inviato a tutti i leader del centrosinistra una lettera appello, con la quale chiedevamo di sederci attorno ad un tavolo per scegliere insieme una strategia comune, costruire un fronte democratico per arginare la destra-centro. Abbiamo promosso dei momenti di confronto con diverse forze del centrosinistra ed abbiamo condiviso l’appello di Emma Bonino a costruire insieme un percorso europeista forte, gli Stati Uniti d’Europa, appunto. Una scelta che esalta lo spirito e la prospettiva che Turati immaginò un secolo fa e che irrobustisce l’impegno delle forze democratiche per un progetto che non tradisca i valori fondanti dell’Unione».
Qualcuno sostiene che sia un ritorno al Terzo Polo.
«Chi legge in questa esperienza un tentativo di riproporre in altra veste il fallito Terzo Polo, non solo sbaglia di grosso ma non intende leggere gli eventi con realismo. Quella fu una esperienza fallimentare, durata il tempo delle elezioni politiche, poi sacrificata a colpi di querele e screzi pubblici. Questo è un progetto totalmente nuovo. In campo ci sono forze politiche con pari dignità e che ne sono egualmente promotrici. Una cosa è però importante: la presenza socialista in questa lista è la garanzia dell’ancoraggio saldo al centrosinistra, laddove sono sempre stati i socialisti. Le fondamenta riformiste, le condivise battaglie sulla laicità e sui diritti, il garantismo e il marcato europeismo sono la carta d’identità di questa ‘unione’».
Quindi un progetto che ha una solidità politica chiara.
«L’iniziativa degli “Stati Uniti d’Europa”, è una scelta di coerenza. È nel nostro bagaglio valoriale da sempre. La lista ha finalità ben chiare: dare forza all’europeismo e portare in parlamento dei deputati europei che abbiano dell’Europa l’idea che ne avevano Colorni, Rossi e Spinelli, ma anche De Gasperi, Adenauer e Schumann, impedendo così l’elezione di candidati che l’Europa la vedono come Salvini, Le Pen, Orban e tutta “l’internazionale nera” che cerca di infettare il continente in cui sono nati gli ideali di libertà e di giustizia sociale. E di distruggere il sogno di un’Europa unita che finirebbe per allontanarsi dai cittadini. Questa esperienza, che dà dignità ad ogni componente grazie anche alla presenza dei simboli nel logo che ci rappresenterà sulla scheda elettorale, può essere una opportunità importante anche per il futuro nel Paese. Dovremo quindi gestirla bene, con trasparenza e tenacia».
Quindi ritroveremo il simbolo del Partito sulla scheda rossa per le europee.
«Si, e dopo ben 25 anni. Era il 1999 – il secolo scorso (sorride, ndr) – quando il simbolo del Psi comparve l’ultima volta alle europee. Sono orgoglioso del raggiungimento di questo obiettivo, in perfetta linea con quanto ci eravamo prefissati all’ultimo Congresso. È un risultato storico come storico è stato il ritorno alla denominazione del partito come era in origine, Psi; il rilancio del garofano, il ritorno dell’Avanti (questo giornale, ndr) in edicola. La strada è lunga, complicata, ma è quella giusta e l’unica possibile. Abbiamo fatto tanto in questi ultimi anni, provando ad andare oltre la diaspora socialista».
A proposito di diaspora: è il momento per un rinnovato appello all’unità socialista?
«La serietà del momento che il nostro continente sta vivendo e la necessità di fare fronte contro le destre, rende quasi necessario lanciare due appelli: uno ai socialisti che si sono allontanati: dico loro che la casa del Psi è la casa di tutti i socialisti ed è il momento di tornare a frequentarla, rafforzarla, irrobustirla, con la passione che contraddistingue ogni autentico socialista. Un altro appello lo lancio ai socialisti che negli anni passati hanno scelto di precorrere un pezzo di strada con le destre, perché vedevano in Berlusconi la personalità capace di riunire un movimentismo allora non più presente in nessuna altra forza politica. Dico loro che il momento di sganciarsi da quel mondo è arrivato, ancor più oggi quando la destra nel nostro Paese è una destra-destra, con le peggiori amicizie in giro per l’Europa. I socialisti non sono mai stati a destra. Oggi l’autonomia socialista è concreta; è tempo che i socialisti uniscano le forze per gli ideali comuni».
Riunire i socialisti: un compito arduo…
«Siamo tutti consapevoli che il nostro primo obiettivo rimane sempre quello della ricostruzione di una forza socialista autonoma in Italia. Unendo le forze con generosità con tutti i socialisti che ancora oggi sono fuori dal Psi. Senza rinunciare a rivendicare la nostra identità, che le dinamiche del mercato del lavoro, della società nel Paese e nel mondo confermano decisamente attuale, e restando ancorati nella sinistra italiana, che dobbiamo però contribuire a cambiare radicalmente.»
La partecipazione di nostri compagni e compagne alla lista Stati Uniti d’Europa, condizionerà, una volta eletti, l’adesione ad un gruppo politico diverso dal PSE?
«Il Psi è membro fondatore del PSE. Quello è e rimane il nostro faro. Siamo stati molto chiari con gli altri partner in questa esperienza e l’adesione, una volta eletti, dei nostri compagni nel gruppo dei Socialisti e Democratici è una condizione che abbiamo posto. Ognuno aderirà al gruppo politico europeo di appartenenza».
È l’unico tema che il Psi ha posto sul tavolo?
«No. C’è un’intesa tra noi, IV e +Europa a fare liste più forti possibile, garantendo la stessa dignità alle forze politiche che ne fanno parte. È giusto, come è stato stabilito, che i promotori le guidino»
Qual è il “collante di queste forze politiche”?