di Alessandro Silvestri
I repubblicani hanno fatto strike alle elezioni Usa; non solo Trump ha vinto con ampio margine ma hanno preso la maggioranza anche alla Camera e al Senato, oltre alla Corte Suprema che già controllavano. Secondo lei cosa faranno adesso i democratici per riparare ad una sconfitta così clamorosa? Sarà ancora la Harris a guidare i dem nei prossimi anni di opposizione?
«Negli Stati Uniti i leader sconfitti di solito vanno a fare altro. Kamala Harris è politicamente finita, e dovrà partire un processo tra i dem in forte crisi per ricostruire una nuova classe dirigente. Accade in America quello che già è successo alla sinistra e ai partiti socialisti europei: con Jospin e Hollande, la Spd tedesca, e anche in Italia. I democratici sono destinati adesso ad almeno un paio d’anni di marcia nel deserto, visto che Trump potrà contare su di una solida maggioranza anche nelle due Camere e non avranno i numeri per contrastarlo in alcun modo.»
In questi mesi abbiamo letto e sentito molte Cassandre paventare pericoli per la democrazia Usa e la possibilità di rivolte popolari dopo il voto. Addirittura Musk ha detto che se non avesse vinto Trump, sarebbero state le ultime elezioni! Harris e i democratici hanno perso e non è successo niente. Riuscirà secondo lei il 47° Presidente nei prossimi quattro anni ad assumere un profilo istituzionale più adeguato al ruolo?
«No. Trump è Trump e non cambierà mai, e la maggioranza degli americani l’ha votato proprio per questo motivo. Ed è la seconda volta. E questo nonostante tutti sappiano che è un pregiudicato, condannato per stupro, molestie sessuali, frode fiscale, frodi bancarie, e altri gravi reati come quello di essere stato l’artefice della insurrezione del 6 gennaio 2021. Un uomo che utilizza abitualmente frasi razziste, misogine, omofobe. Gli elettori lo hanno scelto, praticamente con un plebiscito anche nelle roccaforti della sinistra come New York; tra il 54% dei giovani latino/ispanici oggetto costante dei suoi attacchi; nella maggioranza del voto femminile, nonostante sia notoriamente contro l’aborto e altri diritti tipicamente di genere; così come tra i maschi afro-americani. Se tutta l’America ha deciso che non importano tutte queste cose e che Trump sia sostanzialmente un antidemocratico, gli americani meritano i prossimi quattro anni di Donald Trump.»
Cosa ne pensa dei dazi all’Europa e all’Italia (e non solo) promessi da Trump? Riusciranno davvero a risollevare l’economia Usa senza creare conflitti economici con i Paesi storicamente alleati?
«È una delle follie di Trump che farà molto male all’Europa, così come la sua avversione per la Nato e le simpatie per Putin e per tutti gli uomini forti alla Orbàn. Allacciate le cinture perché Trump si sta preparando ad essere un “non amico” dell’Europa. Lui ama i modelli dittatoriali ed oligarchici e può favorire anche alla Casa Bianca una sorta di capitalismo dei suoi “amichetti” così come tradizione dei peggiori governi autocratici del terzo mondo. Per non parlare del personaggio Elon Musk, che si sta rivelando una specie di presidente-ombra dotato di un potere enorme grazie anche al controllo delle sue aziende di fette importanti dell’economia e della tecnologia, non solo americana. Attraverso X fa continuamente propaganda pro-Cremlino e diffonde fake news. Fatti di una gravità senza precedenti. Poi abbiamo il Kennedy no-vax al quale verrà probabilmente affidata una partita importantissima come la Sanità, sapendo che saranno colpite la sanità pubblica e le campagne vaccinali. A capo della Cia andrà Richard Grenell, già direttore ad interim della Dni, nemico dell’Europa e di tendenze di estrema destra complottista. Al Tesoro potrebbe andare Scott Bessent, noto speculatore degli hedge fund che vorrebbe mettere la Banca Centrale americana, da sempre indipendente, sotto il diretto controllo della Casa Bianca. Tornando ai dazi, saranno i consumatori a pagarne il costo e questo creerà ancor più inflazione. Ne uscirà mortificato il Pil e porteranno ad una escalation nella quale tutti perdono. I dazi sono una follia economica e solo un ignorante crederebbe nella loro efficacia.»
Draghi è intervenuto di nuovo pubblicamente per chiedere alla politica europea di accelerare sul progetto di governance dell’Europa. Secondo lei ce la faremo nel tempo della scadenza coincidente dei mandati della Von der Leyen e di Trump?
«Temo proprio di no. È una opzione in questo momento che escluderei. Lo dimostra la debolezza dei governi in carica nei principali Paesi del Continente»
Trump ha ribadito che non ci saranno guerre durante la sua presidenza. I suoi rapporti stretti con Netanyahu saranno in grado di fermare Israele da una guerra totale col mondo arabo/musulmano?
«Per chi vuol comprendere i rapporti tra Trump e Netanyahu, che avrà carta bianca totale da gennaio, ma anche quelli tra Trump e Putin, non esattamente una moral suasion, che farà molto danno alla democrazia europea, invito a leggere il mio ultimo libro “La fine dell’impero americano, guida al nuovo disordine mondiale” dove spiego che stiamo andando verso un mondo senza ordine, un mondo dove gli Usa non comandano più, un mondo dove dittature e canaglie prevalgono e le democrazie sono destinate spesso a soccombere. Una visione certamente distopica dove Trump contribuirà in maniera determinante a metterci del suo e di conseguenza, a far nascere nuove guerre, altroché. E purtroppo al momento, non vedo cavalieri della Tavola Rotonda pronti a contrastarlo.»