di Franco Tocco
Dopo quasi un decennio, il simbolo del PSI, del nostro grande partito, ritorna nella scheda elettorale delle prossime elezioni Regionali del 25 febbraio in Sardegna. Tutti i dirigenti sardi hanno lavorato assiduamente, in questi cinque anni, per arrivare a questo grande risultato politico, che, nonostante ci aveva visti perdere la rappresentanza istituzionale all’interno dell’organo Regionale, allo stesso tempo aveva fortificato la consapevolezza che la strada da percorrere fosse quella di comprendere e focalizzare lo sguardo sui disagi dei cittadini sardi, dopo la situazione disastrosa ereditata dalla peggiore gestione mai vista nella storia di questa isola. Per costruire un’alternativa seria credibile. A certificare questo ‘salto’ politico, il Segretario del PSI Enzo Maraio , che la settimana scorsa, intervenendo a Cagliari alla presentazione del simbolo “PSI Sardi in Europa”, che ha visto la partecipazione della candidata Presidente della Regione Alessandra Todde, ha dato una lettura precisa della situazione in Sardegna, lanciando un messaggio chiaro: finalmente nell’isola è arrivato il momento del cambiamento, che con la candidatura di Alessandra Todde è possibile, perchè ha saputo costruire in questi mesi una coalizione coesa, ampia con un programma serio e realizzabile, un fatto politico che rappresenta l’esatto opposto di ciò che ha fatto poco e male Solinas, che insieme ai suoi alleati continua ad utilizzare la carta delle regionali Sarde come merce di scambio per il posizionamento dei partiti all’interno della coalizione di maggioranza dell’attuale governo nazionale. Come dargli torto: tutti sanno che nel mondo del centro destra sardo le cose non vanno per niente bene; se da un lato il Governatore uscente Solinas (Lega-PSd’Azione) spinge con il compagno di partito Salvini per ottenere il secondo mandato, i dirigenti di FdI vorrebbero che il candidato fosse l’attuale Sindaco di Cagliari Paolo Truzzu, massimo esponente sardo del partito della Meloni, spaccando così la coalizione di destra. I sostenitori di Truzzu però dimenticano due cose importantissime. La prima è che non basta cambiare nome per nascondere i drammatici fallimenti che in questi cinque anni questa giunta di destra a portato alla Sardegna, tra leggi impugnate dallo Stato e dalla Corte dei Conti e distribuzione larga e generosa di incarichi e poltrone. La seconda che i numeri parlano chiaro; secondo l’indice di gradimento dei due possibili candidati, il Governatore uscente Solinas è ultimo, ventesimo su venti nel ranking dei governatori più amati ed il meloniano Paolo Truzzu è ottantacinquesimo su ottantasette, in quello dei Sindaci delle città capoluogo. Scrivere “non proprio amati” appare quasi un eufemismo. Ma tanto basta e avanza per capire la bruttissima aria che tira da queste parti e l’indegno spettacolo che ancora una volta si gioca sulla pelle dei sardi e della nostra amatissima Sardegna. Ma una speranza c’è. Ed è quella del simbolo socialista.