Il governo fa cassa sui deboli e svilisce il parlamento

di Enzo Maraio

Ogni manovra ha le sue difficoltà e nessuno aspettava miracoli. Nel testo pochi interventi significativi, qualche pasticcio, molte cose dimenticate se penso, ad esempio, al popolo delle partite Iva ed ai salari più bassi. Giorgia Meloni continua nello scellerato progetto di smantellare la sanità pubblica. Lunedì scorso è arrivata l’ennesima scure sul servizio pubblico. Una legge di bilancio che ha ridotto drasticamente i finanziamenti, minando le fondamenta al diritto alla salute degli Italiani. E non solo a quella degli italiani. Tra le pieghe di una manovra fiscale che ha alzato l’asticella del debito in maniera pericolosissima, si scopre anche che i cittadini extracomunitari residenti in Italia dovranno pagare duemila euro per vedersi garantito il diritto alla salute. Uno schiaffo ai più bisognosi, agli ultimi, a quelli che andrebbero difesi. Il tutto ovviamente a favore di quella sanità privata che continua ad arricchirsi sugli affanni di quella pubblica. Dunque è questo l’orizzonte al quale mira questo centro destra? E’ questo il modo di fare cassa? Punendo i più deboli? Evidentemente sì a guardare la legge di bilancio varata lunedì. Non ci aspettavamo nemmeno di trovarci di fronte ad un Governo che chiede alla maggioranza di non presentare emendamenti, umiliando la democrazia di questo Paese. Una brutta prassi già usata da altri Governi e che questo Esecutivo pare voglia cristallizzare. Rispetto a questo invito è necessario precisare, smentire. Senza parole di chiarezza mi auguro sia il Quirinale, con l’autorevole voce del Presidente Sergio Mattarella, ad intervenire. Il Capo dello Stato è custode della democrazia, con il suo inconfondibile stile e senso istituzionale troverà il modo di far sentire la sua voce. Nessuno può trascinarlo nella polemica politica, non è intenzione dei socialisti, ma quando in ballo ci sono le regole del gioco, impossibile non chiamarlo in causa. Questa destra ogni giorno rema contro i cittadini. E lo si comprende dalle scelte fatte in materia di scuola, trasporti, fisco. Misure troppo tiepide. Mentre al contrario, oggi più che mai, abbiamo bisogno di politiche che consentano la ripresa. Ma non ce n’è traccia. Così si amplifica il disagio, si aumenta la forbice delle diseguaglianze e si trascina il Paese a fondo.

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