Il Centrodestra al bivio

di Enzo Maraio


Con la morte di Silvio Berlusconi l’Italia perde un leader che, nel bene e nel male, è stato un protagonista indiscusso della seconda Repubblica. Una incondizionata passione politica, instancabile imprenditore, ha rivoluzionato la comunicazione ed è stato pioniere nel mondo sportivo. Al netto degli errori e delle distanze che spesso ci hanno visti lontani, non si può non riconoscere che sia stato un innovatore del nostro tempo. Lo dicevamo prima e lo diciamo oggi, dopo la sua morte. È stato amico dei socialisti e tra quelli che ne hanno ‘difeso’ gli uomini e i protagonisti. Ha saputo tenere ai margini gli estremismi del centro destra, pur lavorando gomito a gomito con alleati spesso scomodi, pericolosi e ingombranti. E proprio quest’argine, con la sua morte, crolla. E il centro destra che avevamo imparato a conoscere, a trazione moderna e moderata, potrebbe peggiorare e cambiare pelle. Il rischio è la discesa in campo di politiche di retroguardia, repressive, con spinte anti-europeiste, in linea con quelle ungheresi e polacche. Per scongiurare tale pericolo è necessario prenderne fino in fondo coscienza e costruire una alternativa nel centro sinistra ampia e unita, sottratta a ogni logica di autosufficienza, per la quale noi intendiamo offrire il nostro contributo, come facciamo faticosamente da anni. All’Italia serve un’area riformista forte ed organizzata: noi socialisti ne rappresentiamo storicamente l’avanguardia e ne saremo l’avamposto per il futuro, dialogando con chiunque condivida gli stessi valori e le medesime prospettive.
E allora mi chiedo se costituiscano davvero una svolta e bastino gli appelli contro l’autosufficienza del Pd lanciati dalla segretaria Schlein. Obiettivo condivisibile che rischia però, ancora una volta, di scontrarsi con le contraddizioni interne di un partito che continua a essere vittima di un deleterio correntismo, che ha perso del tutto il contatto con la gente e con i problemi reali del Paese, smarrendo la consapevolezza che l’agibilità politica e le coalizioni si costruiscono nei territori, ancor prima che a Roma. Noi socialisti  dobbiamo continuare a coltivare la nostra autonomia, che misuriamo positivamente con la discesa in campo dei nostri uomini e delle nostre donne nei territori con simbolo e liste, per contribuire con il nostro pantheon di valori alla costruzione di un centro sinistra credibile. Perché anche in quei luoghi annaffiati da civismo, la politica ha bisogno dei partiti e viceversa.

Ti potrebbero interessare