Gli Stati Uniti d’Europa un’alternativa a populismi e nazionalismi reazionari

di Bobo Craxi

Con la riduzione dei parlamentari ed ancor di più con la vergogna dell’innalzamento di uno sbarramento elettorale (l’assemblea del Parlamento dell’Unione è per sua natura rappresentativa e non elegge alcun Governo, allo stato) i socialisti hanno sempre dovuto praticare un’alleanza che consentisse loro di partecipare con qualche chance di elezione. Aver aderito ad una lista formata da minoranze parlamentari di opposizione per una lista di “scopo”, suscita accordo e disaccordo, ma non può non essere giudicata per la presenza del simbolo socialista un’avventura fine a se stessa e non lo sarà. Innanzitutto perché la politica non è algebra che somma gli elettorati ma è intenzione che deve determinare una emotività elettorale fondata sulle ragioni politiche giustificate dalla funzione che la lista stessa esercita. Unire democratici, progressisti, liberali, riformisti, radicali, socialisti nel segno di una prospettiva di rafforzamento degli Stati Uniti d’Europa, in un frangente storico come questo, non è uno slogan elettorale ma è l’impegno delle famiglie europee che sono attualmente alleate nella medesima maggioranza che sorregge la Commissione europea; esprimere il senso di marcia che deve avere l’Unione europea in un momento nel quale la disgregazione ha molti sostenitori fuori e dentro il continente. Le elezioni certamente si prestano come è logico a letture tutte italiane delle stesse, ma la scelta politica che si determina votando la coalizione di scopo è chiara e solo chi è in malafede non ne può scorgere le ragioni di fondo. Le forze liberali non hanno trovato la loro unità ed Emma Bonino ha aperto il suo orizzonte ai Verdi ed ai Socialisti. D’altronde una forza politica che si pose l’obiettivo di unire le tendenze riformiste (Azione) prima abbandonò il terreno del centrosinistra lasciando il proprio partner a due settimane dal voto nell’agosto del 2022, poi si proiettò opportunisticamente verso la costruzione di un ipotetico “terzo polo”, che è durato lo spazio di un mattino. I socialisti hanno risposto ad un appello che è pervenuto da una personalità stimata dall’area laico-socialista e da un partito con il quale già collaborammo alle scorse elezioni. Esso aderisce alla famiglia liberale con la quale i socialisti hanno stretto alleanze in Italia e che oggi in Europa sorregge la maggioranza parlamentare. Qui la ragione politica di un’adesione che proietta una riflessione oltre il mese di giugno, che tuttavia dovrà tenere conto di fattori che sono sempre ben presenti all’interno di una coalizione elettorale, che risiedono innanzitutto nella salvaguardia delle identità e delle autonomie delle singole forze politiche.

La presenza socialista non confligge con gli obiettivi comuni della nostra famiglia europea sul terreno dei principi e dei valori nonché dei programmi che essa esprime. Se immaginiamo che il liberalismo sia l’ideologia di una classe sociale (quella borghese) non potremmo che trovarla contrapposta al socialismo, che difende e tutela i diritti dei più deboli; ma se al contrario pensiamo (come i Fratelli Rosselli) al liberalismo come una via all’emancipazione ed un senso della storia all’umanità intera, non potremmo che ritrovarla sul piano ideale al fianco del socialismo quando promuove la dignità e la libertà delle persone che lavorano e quando esprime nella fiducia verso il progresso l’ambizione che esso sia di supporto all’emancipazione umana sul terreno della ricerca scientifica e tecnologica, alla stessa tutela della natura e dell’ambiente. E quando socialisti e liberali hanno cooperato, hanno saputo realizzare meglio i loro ideali aprendosi anche alle esperienze ecologiste ed alle politiche necessarie che ne devono derivare. Ci sono diritti civili, sociali, economici, culturali ed ambientali che in Europa vanno tutelati ed è questa l’agenda politica necessaria per tutte le forze che si richiamano ai valori di progresso, giustizia e libertà. Quel che è chiaro è che questa lista offre una scelta di voto che ha chiari i suoi obiettivi; rafforza e non indebolisce il contributo alla governabilità europea nel futuro, perlustra nuove strade per l’alternativa al governo delle destre in Italia, consolida e non mitiga il ruolo ed il peso delle grandi famiglie politiche europee anche nel nostro paese. Famiglia di cui noi facciamo parte, alla quale vorremmo contribuire riportando socialisti all’interno del Parlamento Europeo. Il nostro compito è di non smarrire mai l’orizzonte della ricostruzione di una forza autenticamente socialista e democratica nel nostro Paese, di non annacquare la nostra identità e di mantenere i piedi ben ancorati nel perimetro politico della sinistra italiana, rifiutando annessioni od omologazioni.

Unire le forze dell’alternativa ai conservatori, ai reazionari che oggi in Europa e nel mondo si sono fatti più aggressivi è un nostro dovere; recuperare una funzione nell’Italia del 2024 è la nostra missione, che dobbiamo affrontare senza titubanze avendo un grande alleato che è la limpida e coerente storia del socialismo italiano.

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