Gli invisibili

Il caso Satnam Singh non è, come si è sentito in questi giorni, un semplice episodio da aggiungere alla lista delle morti sul lavoro che pure è drammatica (nel 2023 sono stati poco più di mille i morti, quasi tre al giorno. Nel 2024 siamo a quota 500).Una strage, una guerra invisibile che non si arresta. Ma si intreccia con il tema del caporalato, una vergogna italiana. C’è un sistema ormai strutturato di tratta degli schiavi, tenuti irregolari di proposito, un esercito di invisibili che sono trattati come oggetti. La politica dovrebbe essere investita in pieno da questo episodio, dovrebbe interrogarsi e darsi delle risposte e invece non si interroga e di conseguenza non ne da. Ci sono interi settori produttivi, a cominciare dal settore agricolo, che vanno avanti grazie al lavoro degli immigrati e che contribuiscono all’economia del Paese. Sono 230mila i lavoratori irregolari nei campi vittime di caporalato e costituiscono un quarto dell’intera forza lavoro in agricoltura. E poi c’è un’altra questione, che si intreccia e che il caso Satnam Singh ci ha ricordato: il sentimento di vergogna che avrebbe dovuto cogliere chiunque abbia conservato un pizzico di umanità. E chi non lo ha provato, ci da la misura del Paese che siamo diventati.

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