di Matteo Fulciniti
Il tema dell’affermazione dei diritti è quello al quale dedichi gran parte della tua attività politica: tema divisivo e poco ‘elettorale’?
E’ un campo ostico da affrontare, da un lato perché in un periodo come quello che stiamo vivendo per alcuni i temi da affrontare con maggiore priorità sono altri e da un lato perché la società in cui viviamo è per lo più patriarcale, eterocentrica e razzista. Ritengo inaccettabile che chi non corrisponde a determinati “canoni” sia oggetto di discriminazione. Passi importanti sono stati fatti ma certe forma mentis sono difficili da sradicare e la strada per questo è ancora lunga. Il PSI deve essere in prima linea anche su questo tema, e a maggior ragione oggi, con un governo che cerca di rendere vane le conquiste degli ultimi anni e che non garantisce i diritti più basilari a tutti i suoi cittadini. Sono fiducioso, il tempo ci darà ragione.
Il socialismo è un pensiero politico che sta attraversando gli ultimi due secoli di storia di un Paese cambiato nel tempo, anche grazie ai socialisti.
Il mondo nel corso di un secolo è cambiato molto e le ragioni che hanno portato alla nascita del socialismo non sono sicuramente le stesse che lo hanno mantenuto vivo nel corso di questi centotrenta anni. E’ rimasta però viva l’esigenza di dar voce a chi non ne ha, a causa della condizione sociale di partenza. Nenni è per noi una bussola: “Il socialismo è portare avanti tutti quelli che sono nati indietro”. Il contributo del socialismo nel corso del ‘900 è stato fondamentale, nella lotta al fascismo così come in tutte le battaglie sociali nel corso del secolo breve.
Alla luce di questo ragionamento, cosa può significare essere socialista al giorno d’oggi?
Una grande sfida. Ci sono ancora troppi stereotipi legati alle vicende della fine della Prima Repubblica. Personalmente però ritengo che la nostra responsabilità sia quella di trasmettere i valori del socialismo, soprattutto alle nuove generazioni, a maggior ragione in un periodo storico come questo dove i populismi vincono spesso a mani basse su tutto il territorio nazionale, portando avanti un messaggio opposto a quello socialista.
Qual è lo stato di salute del Psi nel tuo territorio?
Nella bergamasca i nomi di socialisti illustri non sono certo mancati e non mancano tutt’ora. Personalmente ritengo però che la sfida più grande al giorno d’oggi sia quella di riavvicinare i giovani, in primis alla politica e ancor di più al nostro partito, prima di concentrarsi su specifiche battaglie politiche. Il mio primo obiettivo come segretario provinciale è proprio questo, facendo tesoro dell’esperienza dei compagni, riportare i miei coetanei così come i giovanissimi nelle file del garofano, per poter affrontare i temi più attuali e ricordare ai bergamaschi che il Partito Socialista c’è in Italia come nella nostra provincia.