di Enzo Maraio
Il lato oscuro della forza. Era il sottotitolo di un noto film di fantascienza. Ora il lato oscuro sembra entrare a piedi pari nella vita politica ed economica di tutti noi. La vaghezza dei confini e delle finalità del viaggio lampo del presidente del Consiglio Meloni in omaggiante visita a Donald Trump nella sua residenza privata, non solo è irrituale ma anche preoccupante soprattutto nel momento in cui avviene senza coinvolgere il ministro degli Esteri. Il tutto ovviamente alla presenza del consigliere maximo di Trump: Elon Musk, convitato di pietra e patron di Space X. I temi? Quelli ufficiali sono i dazi, la Nato e il caso Sala. Il motivo della missione, che avviene a pochi giorni dell’inizio dell’amministrazione Trump, secondo un’analisi del New York Times, invece è diverso, e sarebbe quello di rafforzare le “speranze dei sostenitori di Meloni che il primo ministro italiano conservatore diventerà l’alleato di Trump in Europa”. Insomma un motivo del tutto interno alla maggioranza di governo che fa un uso pro domo sua della politica estera. Una maggioranza in affanno e supina alla nuova amministrazione americana che diventa il punto debole attraverso il quale Trump e company cercano di incunearsi con i propri interessi nell’Unione europea a cominciare dal negoziato commerciale in corso con Musk per i suoi satelliti. Il Governo nega, Musk conferma mentre Bloomberg lancia lo scoop che il Governo italiano è pronto a pagare 1,5 miliardi di dollari alle società di Elon Musk per progetti legati alla sicurezza. Tutto questo è follia. Qualsiasi sia la verità il capo del governo ha il dovere di fare chiarezza. Ma già sappiamo che non succederà. Non è mai successo. Di fronte alle responsabilità la presidente del Consiglio si è sempre tirata indietro. Il sovranismo a parole anche questa volta viene sconfitto dagli interessi di bottega. Ma, al netto di tutto, il Parlamento ancora esiste, e così come il Paese che rappresenta, ha il diritto-dovere di conoscere la verità, mentre purtroppo, i Paesi sovrani ormai dialogano e stringono accordi non tramite le istituzioni ma attraverso i social.