Da Firenze Salvini scatena una nuova sindrome di Stendhal

di Alessandro Silvestri

Firenze – Alla kermesse salviniana hanno brillato di più gli ospiti assenti che quelli presenti. Un mezzo flop, visto anche che la sala non grandissima utilizzata per la manifestazione, all’interno della Fortezza da Basso, conteneva all’incirca cinquecento persone (ospiti e giornalisti compresi) anche se gli organizzatori (ma l’arcinoto modello “bestia” è quello) ne hanno annunciati duemila. Addirittura presentando il video-messaggio di Marine Le Pen, lo speaker Marco Zanni, presidente del gruppo Identità e Democrazia a Bruxelles, giustificava l’assenza della leader del Rassemblement National, causa i pressanti impegni della pasionaria della destra francese, in vista delle elezioni presidenziali in patria, del 2027. L’ha presa lunga, la rincorsa! Anche l’attesissima star del sovranismo dell’ultradestra olandese, Wilders, fan della prima ora di Salvini, ha preferito inviare un saluto in video, ma almeno lui è ampiamente giustificato dal rompicapo per niente facile della formazione del nuovo governo, dopo aver dato forfait anche all’argentino Milei. Ma gli intervenuti, va detto, non si sono fatti mancare proprio nulla del noto e famigerato armamentario sovranista-populista, tra xenofobia a buon mercato e discorsi da birreria bavarese di un secolo fa. Molti degli intervenuti nemmeno si sono preoccupati di apparire talmente filo-putiniani (come il tedesco Chrupalla) da affermare che è sbagliato sostenere l’Ucraina e che il gasdotto Nord Stream va riaperto, perché l’economia tedesca ne risente e i cittadini del suo Paese stanno pagando a caro prezzo per una guerra che non è la loro. Il co-presidente dell’AFD si è scusato anche con la platea per la tanto odiata Von der Leyen, sua connazionale. Oltre ad avercela coi banchieri, i burocrati della UE e con i socialisti, gli identitari hanno condannato anche le auto elettriche che porterebbero vantaggi solo alla Cina, elogiando entusiasticamente l’industria automobilistica tradizionale a motore, soprattutto l’italiana e la tedesca. Proprio come ai vecchi tempi! E non vi azzardate a chiamarli “euroscettici” perché si inalberano in un amen. Questi l’Europa vorrebbero proprio rigirarla come un calzino, per tornare alle sovranità non solo nazionali ma più precisamente “etniche”. Mica pizza e fichi! Ancora lo stesso Salvini ha tenuto a precisare che questa è la nuova Europa “Dio, patria e famiglia” snocciolando una serie di figure retoriche, dalla Bibbia (Davide contro Golia) a Dante e al Rinascimento fiorentino, paragonandolo al nuovo rinascimento di cui “Identità e Democrazia” sarebbe fautore in Europa. Chissà perché a noi ricorda parecchio quella vecchia e decrepita della prima metà del ‘900, che mai più avremmo pensato di rivedere all’opera nei parlamenti e nei governi del vecchio continente. Ma “Il Capitano” (definito così anche dal francese Bardella del RN, che secondo Salvini parla un italiano migliore di molti giornalisti nostrali…) oltre ad augurare urbi et orbi, un santo Natale agli astanti in apertura, appare seriamente convinto dalla necessità di “liberare l’Europa da chi la occupa abusivamente” (e questa è ovviamente la faccia “democratica” di ID) invitando tutta la maggioranza del Governo italiano – “con Giorgia e Antonio stiamo lavorando benissimo e lo faremo insieme fino al 2027”, ha detto – ad unirsi per sfrattare i socialisti (e i popolari?) dalla guida della UE. Antonio Tajani intanto si è affrettato a prendere le distanze dai principali soci europei della Lega, segnalando che a Firenze non è stato invitato. Dal palco, oltre ai già citati, si sono alternati il bulgaro Kostadinov di Vazrazhdane; il polacco Fritz del KKP ; l’austriaco Vilimsky del FPO; il rumeno Simion dell’AUR; la danese Birkholm del DF; il belga Annemans del VB; l’estone Helme dell’Ekre; il portoghese Ventura di Chega! In video, il ceco Okamura di SPD. Insomma tra no-vax, anti-abortisti, filo-nazisti, anti-immigrati, negazionisti del clima, anti-zingari, nostalgici di vario genere e persino neo-monarchici, sembrava davvero di stare al “Bar di Guerre stellari” come felicemente ha definito l’assemblea fiorentina delle destre estreme, Flavia Perina su “La Stampa” alcuni giorni addietro. Quanto alle “contromisure” di Nardella e della sinistra “antagonista”, a Firenze se ne sono accorti in pochi. Con il sindaco lanciatissimo per le europee, una trentina di temerari in mattinata dietro ad uno striscione XXL che ricorda un po’ le insegne dell’Eurospin, mentre il pomeriggio, come in un viaggio a ritroso nel tempo, un corteo di sparuti comunisti con tanto di bandiere falce e martello e vessilli palestinesi, a rivendicare la liberazione di Firenze. Insomma, se queste sono le opposizioni in campo, che Dio ci salvi(ni).

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