Ci mancava il club dei trumpiani d’Italia

di Nautilus

Dalle nostre parti non abbiamo una gran bella destra. Ormai la conosciamo e almeno una cosa la sappiamo: è sbrigativa, arrogante, a volte becera, a volte nostalgica ma trumpiana no. O meglio, non ancora. Trumpiano significa: bugia sistematica, razzismo, totale disprezzo per gli altri, arroganza come valore, approccio eversivo alle istituzioni. Se siamo sinceri, questa roba in Italia talora appare ma non è dominante. Gli anticorpi dalle nostre parti sono ancora forti. Ma anche negli Stati Uniti lo erano. Se un politico diceva una bugia, la morale protestante e alla fine la riprovazione generale lo sommergevano. Lo annientavano. Trump ha tirato fuori sentimenti nascosti e oggi le sue bugie conclamate possono contribuire a portarlo alla Casa Bianca. E da noi? Dopo l’attentato i media si sono affrettati, con la consueta superficialità, ad incoronare Trump come nuovo Presidente degli Stati Uniti d’America. E i politici, che di autonomia di giudizio, ne hanno poca, si sono accodati. La Presidente del Consiglio, pur riconoscendo che con Biden ha ben lavorato e pur non volendo interferire con le elezioni di un altro Paese, per la prima volta ha ammesso che lei sta con Trump. Peccato veniale, intendiamoci. Purché da (legittimi) simpatizzanti di Trump, i nostri destri non diventino trumpiani nei comportamenti. Perché sarebbero dolori. Ma qualche segnale comincia ad arrivare. Già la vicenda (apparentemente minore) dell’intitolazione dell’Aeroporto di Malpensa a Silvio Berlusconi era stata una prova clamorosa di prepotenza. Ma ne è seguita un’altra che dimostra tracce di trumpismo all’italiana. Il governo italiano aveva proposto alla Nato la necessità di un nuovo incarico, una sorta di “sovrintendente” al Mediterraneo sud. I responsabili dell’Alleanza atlantica hanno approvato la proposta. E poi hanno scelto l’incaricato. Uno spagnolo. Il governo italiano è insorto. Ha mandato lettere infuocate, elevato proteste altissime. Come dire: l’aver fatto una proposta per la comunità della Nato, automaticamente significava l’incarico per un nostro connazionale. Una pretesa a prima vista comica, ma a ben vedere di un’arroganza senza fine. Appunto, trumpiana.

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