Avanti della domenica del 22 aprile
di Enrico Procopio
La notizia forse non è delle più sorprendenti: i giovani di sinistra non scrivono a Stefania Craxi. La Presidente della Commissione Difesa e Affari Esteri del Senato e dirigente di Forza Italia affermain un’intervista al Corriere che ogni tanto un giovane le scrive dicendo “sono craxiano”, ma che questi sono solo giovani di destra. Da persona nata nel 1992, due anni prima della dissoluzione del PSI, penso però che abbia torto. È vero che una certa sinistra ha rinnegato Craxi, se per “sinistra” si intendono le varie formazioni che si sono susseguite alla dissoluzione del PCI.Ma quella sinistra Craxi non l’ha mai accettato. Ha scritto su Twitter Mario Ricciardi, direttore della Rivista Il Mulino, che una delle cose più tristi della sinistra italiana è stata “aver lasciato Craxi, e la ricchissima esperienza del socialismo riformista, alla destra”. Si è fatto strada anche un revisionismo che dipinge unBettino Craxi “di destra”, che etichetta i fatti di Sigonella comeproto-sovranismo, o le riflessioni di Craxi sul processo di costruzione dell’Unione Europea come euroscetticismo. Eccoperché un giovane di destra può ammirare Craxi, un leader decisionista, “politicamente scorretto” e pronto a sfidare i potentati internazionali: è una proiezione dei propri desideri. Stefania Craxi non sembra però aver notato che questi giovani di destra si definiscono sì “craxiani”, ma non certo “socialisti”. Ma se a destra sognano Craxi, dunque, perché a sinistra no? Il motivo lo conosciamo: a sinistra per tanti anni si è analizzata la storia e la politica col metro del codice penale e della contabilità spicciola. Ireati, le tangenti, il conto privato, i “socialisti ladri”. La sentenza politica era stata emessa e pareva scolpita nella pietra, in una sorta di marcotravaglismo light e un po’ più educato dell’originale. Il tempo però è galantuomo, ed è questo che Stefania Craxi non vede. Sta nascendo una nuova generazione di giovani scevra da anni di elaborazioni manettare e che non ha imbarazzo nel definirsi socialista, e che può guardare a Craxi con approccio laico. Mostrate a un ragazzo che si interessa di politica uno scritto o un video di Bettino Craxi che nelle vesti di Segretario parla del confitto israelo-palestinese, o di lavoro, o di capitalismo. La radicalità libertaria che molti di loro cercano ha origine in quel modo di pensare la politica: non nell’icona-Craxi, ma nelle idee.Rassicuriamo Stefania Craxi: i giovani “craxiani” di sinistra esistono e già animano il PSI (è difficile trovarli dentro Forza Italia, ovviamente) ed esisteranno in futuro – a patto però di saper coltivare e rinnovare quelle idee e quello spirito senza confonderle col moderatismo. Ma quello, care compagne e cari compagni, è compito nostro e di nessun altro.