di Gerardo Labellarte
Per tracciare un bilancio definitivo si dovrà necessariamente attendere il secondo tempo della partita. Tuttavia qualche considerazione sul turno elettorale regionale d’autunno si può già trarre dal risultato della consultazione in Liguria, persa dalla coalizione di centrosinistra con un lieve margine di distacco in un contesto di sempre più preoccupante disaffezione al voto. Innanzi tutto si conferma quella che per noi socialisti è una convinzione largamente consolidata. È un gravissimo errore pensare di combattere le battaglie politiche, e tanto meno vincere le elezioni, nelle aule dei tribunali. La Magistratura porti pure avanti le sue indagini, anche nei periodi pre elettorali, come del resto era avvenuto anche nei confronti del centrosinistra alla vigilia delle elezioni comunali di Bari, con presupposti in quel caso inesistenti. Ma le forze politiche, ed in particolare quelle della coalizione di centrosinistra, facciano di tutto per concentrare la propria iniziativa sulla concretezza della loro proposta di governo delle comunità, sulla validità e preparazione delle personalità proposte per i ruoli di responsabilità, anziché sopravvalutare l’impatto delle indagini, e perfino degli arresti, sull’orientamento dell’opinione pubblica, che ne è ormai fondamentalmente immune, visto anche il loro puntuale ripetersi. Un secondo elemento di conferma delle opinioni espresse da tempo dal Psi è la scomparsa dalla scena elettorale di ogni suggestione terzopolista. Dopo le ultime deludenti apparizioni di candidati rappresentanti di un ipotetico terzo polo in Lombardia con Letizia Moratti nel 2023 e con Renato Soru nel febbraio scorso in Sardegna, nelle elezioni liguri le due coalizioni in competizione hanno monopolizzato i consensi elettorali raggiungendo il 96% del totale, prefigurando uno schema che non sarà diverso nelle elezioni regionali di Emilia-Romagna ed Umbria e che con tutta probabilità si ripeterà nelle future elezioni politiche. Non vogliamo affermare che il sistema bipolare sia l’unico possibile nel nostro Paese, né che sia il migliore. Infatti sosteniamo in beata solitudine l’adozione di un sistema elettorale proporzionale con voto di preferenza che consenta di stabilire alleanze sulla base del risultato elettorale e non invece di costruire alleanze per determinare il risultato elettorale. Ma tant’è. Nessuno dei partiti politici attualmente in Parlamento intende modificare le vigenti leggi elettorali attenuando la fortissima spinta che esse esercitano verso una organizzazione bipolare del nostro sistema politico. Questo ragionamento ci porta al problema dei problemi, che il Psi con il suo segretario Maraio ha segnalato da tempo e che numerosissimi osservatori hanno evidenziato dopo il risultato ligure, parlando di un centro-sinistra che è riuscito nell’impresa di perdere una partita che sulla carta risultava già vinta. Il problema è la stabilità e la compattezza di una coalizione che si caratterizza volta a volta più per scontri interni, veti reciproci, ripicche e personalismi che per la formulazione unitaria di una piattaforma di governo. La principale responsabilità della scarsa omogeneità della coalizione non può che ricadere sul Partito Democratico che non riesce ad esercitare il ruolo di equilibrio che i numeri gli imporrebbero. In Liguria, la tardiva e incomprensibile decisione di non consentire la presentazione di una lista riformista composta da Psi, +Europa e Italia Viva, che pure avevano accettato l’assurdo veto alla presenza del simbolo renziano, ha causato una sicura perdita alla coalizione, sia in termini di credibilità che strettamente numerici. La politica dei veti va definitivamente archiviata. Al Psi e a +Europa spetta principalmente il compito di costruire e rendere forte ed omogenea un’area riformista moderna e innovativa, unitamente ad altri soggetti che intendano confermare la scelta di far parte stabilmente del centrosinistra. I primi passi significativi sono stati fatti con le liste “Emilia-Romagna Futura” e “Umbria Futura”, nelle quali è presente il simbolo Psi e che forniranno sicuramente un importante contributo alle candidature di Michele De Pascale e Stefania Proietti. Ma il cammino è appena iniziato.