Alle regionali il Psi con Avs e Basilicata Possibile

di Daniele Unfer

Il prossimo appuntamento elettorale, dal peso politico non poco rilevante, dopo Sardegna ed Abruzzo, è quello delle elezioni in Basilicata in aprile. E la tecnica del presidente del Consiglio è sempre la stessa. Poco prima del voto in Sardegna, tutto lo schieramento del centrodestra ha sfilato in passerella per spargere promesse elettorali e attacchi frontali all’opposizione (con tanto di sfottò). Come avvenuto poche settimane fa in Abruzzo, con la promessa lanciata per la realizzazione del collegamento veloce tra Roma e Pescara. Ora il copione si ripete. Lo ha spiegato bene Livio Valvano, segretario regionale del Psi della Basilicata e membro della segreteria nazionale, che in questa competizione elettorale parteciperà con la sua stessa candidatura al Consiglio Regionale, nella lista Alleanza Verdi Sinistra – Partito Socialista – Basilicata Possibile, a sostegno del candidato del centrosinistra Pietro Marrese, con il simbolo socialista presente sulla scheda elettorale. “Giorgia Meloni utilizza le istituzioni della Repubblica come fossero di sua proprietà”- ha detto Valvano. “La premier è stata in Basilicata, a pochi giorni dal voto, per firmare un accordo tra Governo e Regione e sbloccare i Fondi di sviluppo e coesione. Bisognerebbe chiederle perché abbia perso tutto questo tempo fino ad ora e come sia possibile che si ricordi di occuparsi del Sud solo in campagna elettorale e quando si avvicinano le elezioni, mentre il suo Governo continua a mortificare il mezzogiorno d’Italia, smantellando sanità pubblica e servizi attraverso la terribile riforma dell’Autonomia differenziata”.  La risposta è semplice: il Governo si esercita nell’inseguire il trend del giorno, con azioni che non hanno nulla a che fare con la gestione strutturale o una visione ampia che riguarda il futuro di un Paese, ma si basano sull’immediatezza, a stretto raggio, del consenso. La lista è lunga: dai rave, al decreto Cutro, a quello del Primo maggio passando per tutti qui decreti estemporanei che hanno avuto lo spazio di un giorno, utili a dare una sensazione (fuorviante) di un Governo che sta sul pezzo e si occupa dei cittadini. Ma non è così. Si occupano di un passaggio in Tv per mettere in piedi un’agenda fatta di tanta improvvisazione e poca concretezza. Il metodo è lo stesso, un copione che viene recitato, uguale, di volta in volta: in campagna elettorale quella regione o quella battaglia diventano il centro del mondo, poi nulla più. Intendiamoci, i fondi di coesione sono di vitale importanza per il Sud che, da mesi, è in attesa che il Governo centrale batta un colpo e li sblocchi. Evidentemente  vale per le regioni che vanno al voto, le altre possono aspettare. È la politica di Achille Lauro, “il comandante”: una scarpa (una promessa) oggi e una dopo il voto. Un tentativo mal riuscito di prendere per i fondelli gli italiani.

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