Covid. De Luca, per terzo settore e enti cultura e spettacolo servono sostegni immediati. Vogliamo confronto politico

 

“E’ parziale e riduttiva una riflessione dedicata settorialmente a cinema, teatri, palestre, centri sociali, centri culturali e ricreativi. E’ per questa ragione che, dopo il DPCM emanato dal governo, è meglio parlare di Terzo Settore sul quale si riafferma uno staro delle cose falso e ipocrita”. Sono le parole di Daria De Luca, responsabile innovazione culturale ed ecologica del Psi, che commenta l’ultimo provvedimento adottato dall’esecutivo per contenere l’emergenza sanitaria. “Ritengo sia necessario prendere atto collettivamente che non sia più possibile sezionare un ambito di attività e lavoratori che hanno certamente peculiarità differenti ma anche un unico comune denominatore: essere parte di un sistema produttivo, generativo ed innovativo della nostra comunità e dunque con un peso politico specifico da prendere seriamente in considerazione”- ha sottolineato Daria De Luca. “Si nega ripetutamente l’esistenza di un mondo che in realtà attraversa la vita delle persone. Si nega la dignità del lavoro, si derubricano professionalità a “non indispensabili” e dunque secondarie, svilendo di fronte all’opinione pubblica il lavoro di migliaia di persone. La pandemia è subentrata con violenza nelle nostre vite, ma per il Terzo Settore si insidia in una condizione generale già precaria e con una trasformazione – avviata nel 2017 con la Riforma del Terzo Settore – ancora ambigua e probabilmente molto deludente e rischiosa per la maggior parte degli enti coinvolti a diverso titolo: sportivi, culturali, sociali, educativi etc. Gli operatori del settore spettacolo e cultura in particolare non possono essere elusi da un sostegno economico rilevante, definito e immediato che permetta almeno la sussistenza temporanea di tutti i lavoratori.  E’ un problema enorme di cui il Psi – sottolinea Daria De Luca – si vuole fare carico e per il quale chiede con urgenza un confronto politico approfondito per non rischiare un irragionevole rimbalzo continuo di responsabilità senza una concreta, produttiva ed innovativa azione concreta sia d’urgenza sia di prospettiva riformista e risolutiva delle contraddizioni esistenti”

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