TeleMeloni e il bavaglio alla libertà

di Enzo Maraio

Ancora una volta Azione e Italia Viva fanno da stampella a questo Governo e lo fanno su un tema delicato, come la libertà di stampa. A dicembre alla Camera è passato l’emendamento del parlamentare di Azione, Enrico Costa, sul divieto di pubblicazione del testo dell’ordinanza di custodia cautelare. Non mi soffermo sull’argomento, da garantista ritengo giusto che la materia sia disciplinata una volta e per sempre, ma in questo caso si cerca di curare un male con la medicina sbagliata. Il rischio è di dare vita a effetti collaterali più nefasti della malattia stessa. Se riteniamo che della custodia cautelare venga fatto un uso eccessivo, il legislatore è su questo fronte che dovrebbe intervenire, non limitarsi a impedirne la diffusione del provvedimento che la dispone. Servono interventi strutturali, per i socialisti da tempo, e non misure spot. Il finto garantismo per incidere sulla libertà di informazione è cosa altra. Lo strumento immaginato, in mano a questo Governo, lontano dalle reali necessità dei cittadini, può diventare nefasto. Quello che potrebbe accadere è che la norma che ne verrà avrebbe un sicuro effetto negativo: cioè impedirebbe all’opinione pubblica di controllare il potere giudiziario proprio in uno dei frangenti in cui è esercitato nel modo insieme più violento e meno garantito, quando comprime la libertà prima di un giudizio definitivo. In questo momento delicatissimo la trasparenza deve essere massima a patto, certo, che alla trasparenza si accompagni un’informazione corretta. Un emendamento, insomma, che tende a colpire il ruolo di garanzia che la stampa riveste a tutela di tutti i cittadini, anche di quelli privati della libertà. Non stupisce l’approccio di questo Governo. Curare i grandi temi con la logica degli annunci e della propaganda. Non stupisce perché la tendenza ad imbavagliare la stampa è continua tentazione. Facile il riferimento ai rapporti ‘complessi’ con il mondo della informazione se si pensa, soprattutto, all’uso propagandistico che si fa delle reti Rai, che molti hanno definito ‘Tele Meloni’. Non solo l’occupazione del Governo delle reti televisive ma anche l’uso strumentale ai fini di propaganda. Con l’opposizione che è costantemente ridotta sempre al lumicino nel contraddittorio. Un pericolo che potrebbe minare le basi dell’articolo 21 della nostra Costituzione.

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