di Luigi Iorio
Le vicende politiche degli ultimi mesi dimostrano che le modalità di partecipazione degli italiani alla vita pubblica e sociale del Paese stanno cambiando. Di fronte alla profonda crisi della politica e dei tradizionali strumenti di intervento, continua a manifestarsi una grande disponibilità dei cittadini a partecipare ed a mobilitarsi quando vengono proposti temi ed iniziative attinenti alla vita quotidiana e alle sue vicende reali, anziché gli astrusi sofismi della “politica politicante”. La massiccia partecipazione popolare che si è manifestata a sostegno dei quesiti referendari contro l’autonomia differenziata, di quelli per la revisione delle attuali norme che regolano il diritto di cittadinanza, l’interesse su temi quali l’eutanasia e la regolamentazione del fine vita, sempre meritoriamente proposti dall’associazione Luca Coscioni, e in ultimo il quesito referendario sulla modifica della legge elettorale, dimostrano che la società italiana continua ad essere più avanti di chi è chiamato a rappresentarla ed a governarla. Il coinvolgimento diretto dei cittadini nelle scelte del Paese è stato anche notevolmente migliorato grazie alla possibilità di uso della firma digitale, una importante conquista che ha consentito l’accesso diretto alla raccolta, senza dover ricorrere a sistemi di certificazione, che in passato finivano per rendere farraginoso, e in taluni casi impossibile, il raggiungimento del numero di firme occorrenti. Questo nuovo processo di partecipazione democratica ha fatto anche registrare un accresciuto impegno e una nuova responsabilità civile del mondo dell’associazionismo e delle formazioni sociali intermedie, capaci di organizzare la partecipazione alla vita politica e sociale, di mobilitare energie dal basso intorno a obiettivi o interessi comuni. Bisogna partire da questo patrimonio di mobilitazione e da questa rinnovata consapevolezza sui singoli temi per costruire quell’alternativa di contenuti e di programmi della quale c’è assoluto bisogno, al di là degli accordi di schieramento che finiscono spesso per essere paralizzati da incomprensibili dissapori e da stantii personalismi. Sulla opposizione all’autonomia differenziata, figlia di un mediocre scambio politico tra i partiti dell’attuale maggioranza di governo, si registra una forte mobilitazione nel Paese, che va ben oltre le sole regioni meridionali, così come su quello stravolgimento della Costituzione che viene sintetizzato nella formula del cosiddetto “premierato forte”. Sulla stessa modifica delle norme sulla cittadinanza, la maggioranza degli italiani ritiene che sia matura una legge che consenta a chi è nato e cresciuto in Italia di diventare cittadino a tutti gli effetti senza dover combattere per lunghi anni con inutili bizantinismi. Ed anche sul tema ostico e complesso della regolamentazione del fine vita, risulta ormai chiaro che il consenso è largamente maggioritario, come dimostrato da un recente sondaggio di Eurispes che ha mostrato una adesione del 79% dei nostri concittadini alla concessione, a determinate condizioni rigorosamente disciplinate e controllate, del diritto all’eutanasia. Solo se saprà partire da concrete convergenze su temi come questi, fortemente sentiti dall’opinione pubblica, come è già avvenuto su quello del salario minimo, la coalizione di centrosinistra potrà costruire una proposta di governo credibile, che sappia mobilitare il proprio insediamento tradizionale ed attrarre nuovi elettori dalle sacche dell’astensionismo. Non certo con le infinite e sterili dispute sul campo più o meno largo, con i risentimenti e i veti personali, con le inutili bandierine da sventolare, ciascun partito per suo conto, per compiacere il proprio elettorato. Questo tipo di comportamenti, e lo si sta vedendo in questi giorni con l’andamento della campagna elettorale ligure e dei relativi sondaggi, non fa altro che avvantaggiare la destra che ci governa e che è tra le peggiori d’Europa. Ma non basta costruire l’opposizione su cosa non ci piace del governo Meloni. Piuttosto, bisogna fondarla su alcuni punti fermi: unità e attenzione alle nuove esigenze di una società in continua evoluzione possono essere le coordinate di una nuova proposta di Governo.