Se la sinistra rinuncia a battere la destra

di Enzo Maraio

Quando Salvini ha sbandierato lo scettro del titolare del Ministero dei Trasporti minacciando di precettare tutti qualora i lavoratori dei trasporti avessero scioperato, mi sarei aspettato una levata di scudi, soprattutto dalla sinistra. Invece c’è stata una poco incisiva opposizione. Eppure lo sciopero generale, per come è stato accusato dal Governo, ha assunto un significato politico più ampio. E ancora. Nella piazza del Popolo del PD, Elly Schlein ha chiamato il suo partito e le opposizioni alla protesta e, mentre lei parlava, proprio sotto il palco Conte pronunciava le seguenti parole: ‘no al campo largo, sì al campo giusto’. Ora, senza entrare nel significato semantico di queste parole, l’ex premier dovrebbe sapere che il “campo giusto” è quello che serve a farci vincere e non mi sembra che Conte, così come il Pd, alle scorse politiche abbiano vinto. Anzi. Per questo, trovo surreale che Conte spenda il suo tempo a distinguere tra “giusto” e “sbagliato”, mentre sarebbe stato utile che la leader del principale partito di centrosinistra gli avesse spiegato che perseverare nell’autoreferenzialità continuerà a portarci solo al campo santo, parafrasando leader ancora in cerca d’autore. Fino a quando ci sarà una legge elettorale perversa come questa non saranno i singoli partiti a dettare le regole del gioco. Questo lo dovrebbero sapere Conte e anche Elly Schlein. Vale anche per Calenda, mentre Renzi, conoscendo a menadito la legge, preferisce puntellare più la destra-destra che il centrosinistra. Scelte. Le prossime Europee saranno il nuovo banco di prova. In ogni nostra iniziativa, e solo qualche giorno fa a Cava de’ Tirreni, nella Festa Provinciale dell’Avanti di Salerno, così come agli Stati generali del socialismo di Bari, ci siamo interrogati sui destini della coalizione. E in queste due ultime occasioni abbiamo capito che occorre creare sinergie e cercare sintonie sui temi, partendo dalle esperienze dei territori e contrapponendo alle scelte del Governo parole chiare ed impegni netti per le persone: dalla battaglia contro la proposta di autonomia differenziata alla difesa della scuola e della sanità pubblica, universale e gratuita per tutti; la legge di bilancio non è solo lacrime e sangue per gli italiani, ma contiene anche un messaggio chiaro sulla strada che il Governo vuole intraprendere, tra privatizzazioni dei servizi e l’abbandono delle fasce sociali più in difficoltà. Se proprio non si riescono a trovare efficaci punti di convergenza sul piano nazionale, come pure abbiamo sollecitato a fare con la lettera ai leader di qualche mese fa, sarebbe utile cominciare a guardare alle esperienze nei territori, ascoltando le voci dei nostri amministratori locali e scendendo dai gradini dell’Olimpo per dare una mano a Sisifo per il bene dell’Italia.

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