Regionali, la proposta socialista per un tavolo di confronto nel centrosinistra

di Andrea Follini

Siamo quasi a metà del guado. Alle elezioni regionali che hanno visto al voto i cittadini di Valle d’Aosta, Marche e Calabria, si aggiungeranno in questo fine settimana i cittadini toscani. Chiuderanno il ciclo di queste elezioni autunnali Veneto, Campania e Puglia il 23 e 24 novembre. Già dai primi esiti di quello che è stato definito l’Ohio d’Italia per la sua incertezza nel risultato rispetto ai pronostici, cioè le Marche, autorevoli commentatori politici continuano a ripetere che per la sinistra italiana è necessario un cambio di rotta e, più precisamente, recuperare quel consenso che nel nostro Paese avevano un tempo i partiti moderati, di centro, visto che nemmeno una coalizione ampia se non ampissima è riuscita, nelle Marche come in Calabria, a risollevare le sorti di una sinistra che già non governava quei territori. In molti si domandano se questa sia davvero la strategia giusta da mettere in campo, ovvero se serva realmente che i programmi elettorali dei partiti di sinistra virino verso un moderatismo “alla democristiana maniera”, che convinca i moltissimi disillusi dal voto (in queste elezioni sono maggioranza) a tornare alle urne. Forse dopo decenni di una politica leaderista, dove molto del consenso mutava rispetto alla simpatia/antipatia del leader di turno, oggi gli elettori sono più esigenti: pretendono che ci siano anche dei contenuti, dietro all’immagine. Ecco che forse la sinistra farebbe meglio ad attrezzarsi, coordinando un piano programmatico che metta insieme ascolto e prospettiva. Non è più sufficiente, è evidente, essere contro ideologicamente ad una destra che ha dimostrato ampiamente di curarsi più dei propri interessi che del benessere del Paese, e che molto ancora ci farà disperare appena avremo piena contezza della legge di bilancio che si sta per varare. Serve di più. E questo “di più” lo si deve ricercare partendo dal dialogo. I socialisti hanno chiesto da tempo un tavolo comune in cui le forze progressiste possano confrontarsi; si è persa una occasione prima di questa tornata elettorale, che per numero di regioni coinvolte e per temporalità era momento ideale, anche per costruire un percorso verso le elezioni politiche del 2027. Forse con un po’ troppa spocchia, il trio Pd, Avs, M5S ha ritenuto di essere bastevole, ma quanto rappresentato finora dalle elezioni regionali mostra altro. È vero che da questo fine settimana in avanti andranno al voto regioni, tranne il Veneto, nelle quali il centro sinistra governa e probabilmente i risultati saranno più favorevoli. Ma non è il caso di considerare sufficiente un eventuale mantenimento delle posizioni precedenti. C’è bisogno di un rilancio sui temi che, già dal nostro congresso di Napoli e poi dai molti appuntamenti che i socialisti hanno tenuto in più parti d’Italia, non ultima la festa dell’Avanti! di Bologna, abbiamo chiesto di mettere nell’agenda politica per i prossimi mesi. Sanità pubblica, diritto alla casa, sicurezza, lavoro, rilancio della scuola come opportunità di formazione dall’asilo all’università, sono temi cardine con i quali i cittadini italiani fanno i conti tutti i giorni. È sulle proposte che bisogna continuare. Non solo dire, quindi, che la destra è brutta, ma che su come affronta la destra le problematiche quotidiane degli italiani noi non ci stiamo, abbiamo soluzioni e metodologie alternative. Gli italiani questo chiedono; come chiedono che la sinistra metta da parte i distinguo, la smania di primogeniture che creano solo confusione e disaffezione, e lavori ad un progetto pienamente comune. Non è tardi neanche per farlo in vista delle elezioni nelle ultime tre regioni che andranno al voto a novembre. Ma serve volontà. Volontà di ripartire dal ricreare un contatto diretto con i territori, dove esserci, camminare tra la gente, sentirne gli umori e rilanciare una speranza. La sinistra ha già fatto questo percorso più volte in passato, non ne è digiuna. Pur cambiando gli attori, è in grado di mettere in campo ancora una volta un messaggio positivo. È uno sforzo che non possiamo permetterci di non compiere.

 

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