di Gian Franco Schietroma
Quest’anno, in occasione del venticinquesimo anniversario della scomparsa di Bettino Craxi, noi socialisti abbiamo avuto una gradita sorpresa. Ci siamo accorti che il vento è cambiato e che, finalmente, l’opinione pubblica, le istituzioni e gli organi di informazione hanno preso coscienza che venticinque anni fa l’Italia ha perso un grande uomo politico, uno statista, il cui pensiero ha tratti di modernità davvero sorprendenti. Ed infatti, in particolare, l’attualità di Craxi si può trovare, in primo luogo, nella dimensione internazionale dell’Italia, soprattutto con riguardo al medio oriente ed ai Paesi in via di sviluppo. La sua visione sui cambiamenti della società era in anticipo di almeno trent’anni se pensiamo, ad esempio, al fenomeno migratorio ed alla modernizzazione delle istituzioni. Una cosa è certa: se oggi ci fosse Bettino, ci sarebbe un leader politico in grado di intervenire in Europa per cambiarla profondamente, dall’attuale comunità europea, dominata dai poteri forti e dai grandi capitali, in quella auspicata da Turati e Matteotti, e cioè l’Europa del lavoro e della giustizia sociale, in cui vi sia veramente spazio per le istanze dei più deboli e per adeguate politiche eco-socialiste. Con Craxi l’Europa conterebbe certamente molto di più a livello internazionale. Se oggi ci fosse Bettino, ci sarebbe di certo qualche concreta speranza in più di poter superare positivamente gli attuali drammatici conflitti internazionali, considerati i suoi forti consolidati rapporti con i Paesi arabi, pur nel mantenimento di solide relazioni diplomatiche con Israele. Se oggi ci fosse Bettino, ci sarebbe un leader in grado di costruire in Italia una alternativa alle destre credibile e competitiva. Peraltro, se certamente Bettino non era di destra, egli però non può essere assimilato alla sinistra di oggi. Infatti, quello che manca alla sinistra, dalla fine della parabola di Craxi, è una solida cultura di governo riformista, ancorata ai valori di libertà e di giustizia sociale. Ed allora il compito del partito di Bettino, il Psi, che ha saputo rinnovarsi con un deciso cambio generazionale, è quello di lavorare tenacemente nel segno di Craxi, con l’obiettivo di una sinistra finalmente socialdemocratica. La grande visibilità odierna sulla figura di Craxi può e deve riflettersi sul nostro partito, il quale ha una grande occasione per rilanciarsi e rendersi utile al Paese e alla sinistra stessa.