Parola d’ordine: autonomia nel centrosinistra

di Gerardo Labellarte

La riflessione politica del Psi e dei socialisti dopo il recente turno europeo e amministrativo dell’8 e 9 giugno dovrà partire da due considerazioni di fondo. La prima: esiste una consistente fetta di elettorato, valutabile tra il sei e il dieci per cento di chi vota ma ben presente nell’area del non voto, che si riconosce in valori genericamente liberal, riformisti senza estremismi, pacifisti ma senza cedimenti alle prepotenze di ogni tipo e che non trova allo stato né un soggetto politico né leadership consolidate di riferimento. La collocazione di quest’area tende, in maniera naturale ma a determinate condizioni, verso la coalizione di centrosinistra e comunque è in grado di determinarne la vittoria o la sconfitta, sia a livello nazionale che in molte situazioni locali. La seconda: il Psi, e più in generale la comunità socialista, che tradizionalmente hanno rappresentato quest’area di elettorato, hanno dimostrato in questo turno elettorale di possedere tuttora un radicamento territoriale significativo tale da poter esercitare un ruolo estremamente significativo per la sua riorganizzazione. Il Psi ha compiuto nelle elezioni europee una scelta coraggiosa di dignità e autonomia, rifiutando la comoda aggregazione con altre forze, il Pd in primis, che avrebbero sacrificato ogni sua visibilità. E nelle elezioni locali ha favorito la presentazione di numerose liste con simbolo Psi o di ispirazione socialista che hanno conseguito risultati significativi e, in qualche caso, determinanti. Ora non bisogna disperdere l’esperienza acquisita con la lista Stati Uniti d’Europa. “La direzione di marcia era giusta”, ha correttamente affermato il nostro segretario Enzo Maraio, subito dopo la notevole affermazione personale ottenuta come capolista della circoscrizione meridionale. Il colloquio e la collaborazione con chi ha condiviso questo cammino possono continuare, ma sono necessarie alcune precisazioni. Intanto il Psi non intende rinunciare alla propria autonomia politica e alla sua solida e antica appartenenza alla comunità socialista internazionale, che sono entrambe alla base della sua stessa ragion d’essere. Pertanto vanno escluse forme di scioglimento o di confluenza in altri contenitori politici. Ma c’è un altro punto, ancora più significativo, direi dirimente. Il Psi non intende partecipare ad alcuna costruzione di ipotesi di terzo polo, vale a dire a contenitori politici, anche federati, che si dichiarino equidistanti ed alternativi alle due coalizioni. Nel nostro Paese le elezioni europee sono le uniche con sistema proporzionale puro, anche se corretto dallo scellerato sbarramentoelettoralecheancoraunavoltahaesclusodallarappresentanzamilionidielettori.Perilresto,piacciaono,viviamo in un sistema bipolare cheha influenzato in maniera evidenteperfinoilvoto europeo,danneggiando le forze prive di una chiara collocazione di schieramento. Nello scontro bipolare nel quale torneremo ad essere immersi a breve, fin dalle imminenti elezioni in Umbria ed Emilia-Romagna, sarà necessaria una scelta di campo, e in questo il Psi e i socialisti non possono avere dubbi. L’obiettivo di fondo non può essere quello di costruire un terzo polo alternativo ai due esistenti, ma quello di rendere vincente uno schieramento di progresso e cambiamento alternativo alla destra conservatrice, reazionaria, e soprattutto incapace, che al momento governa il Paese. Il che non significa, occorrerà dirlo con chiarezza alle formazioni con le quali abbiamo collaborato e che stanno avviando il proprio dibattito interno anche congressuale, accettare supinamente gerarchie e rapporti di forza precostituiti all’interno del centrosinistra. Sotto questo aspetto,solo su questo, è forse necessario prendereesempiodallacoalizionedi destra, rimasta solida nonostanteclamorosi mutamenti di rapporti diforzaedileadership.Lacrisidicredibilità del Movimento Cinquestellee la stessa “fluidità” della vita internadelPdpossonoaprirespaziestremamente interessanti per chi sappiaproporre idee, battaglie politiche edirigenti coraggiosi e innovativi. IlPsieisocialistivogliono,possonoedevono esserci.

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