Ora e sempre resistenza!

di Giada Fazzalari

Il 25 aprile, la data che dovrebbe rappresentare un’occasione unificante per tutto il Paese, per tutte le forze politiche, rappresenta invece, per molti, un tabù. È la festa dell’antifascismo, cioè del valore fondante della nostra democrazia, il principio cardine della nostra Costituzione. Eppure, la parola “antifascismo”, che è una sintesi perfetta dell’amore per la libertà, per la giustizia sociale, per la solidarietà, resta impronunciabile per le articolazioni più reazionarie della destra oggi al potere, i cui leader non riescono nemmeno a pronunciarla, immaginiamoci a farla propria. E così Salvini il 25 aprile presenta un suo libro, mentre Meloni, ancorché sollecitata anche autorevolmente da più parti, rifiuta di prendere – in modo netto, non furbo – quella posizione chiara che, pure, Gianfranco Fini ebbe il coraggio di assumere affermando che il “fascismo era il male assoluto”, rifugiandosi nell’artificio retorico del ricordare di non essersi, al tempo, dissociata da quella affermazione. E invece, oggi, la storia sembra tornare, dopo cento anni esatti. Dobbiamo confrontarci con le censure, con il tentativo di zittire i giornalisti scomodi, con l’uso dei prefetti per commissariare gli avversari politici, con il potere che epura, occupa militarmente l’informazione nello stile del MinCulPop, con la repressione delle proteste di piazza attraverso l’uso dei manganelli, con la faccia tosta di banalizzare scelte apparentemente autoritarie, quando queste sortiscono l’insorgere delle coscienze democratiche. Di fronte a questa negazione del valore della Resistenza, vale per tutti la parola d’ordine lanciata da Elena Matteotti, le cui parole suonano come se le stesse pronunciando, ancora una volta, suo nonno Giacomo: il coraggio di esporsi. La missione a cui ci chiama il nome Matteotti è questa: che a nessuno manchi il coraggio di esporsi, di dire che non permetteremo il riaffermarsi di un potere che ruba la libertà, impoverisce, intride di paura del domani le vite dei cittadini. Di dire che il governo dovrebbe riconoscere, irreversibilmente, che la Repubblica è antifascista perché ogni lesione della libertà e della giustizia sociale hanno in loro il germe del fascismo. E perché il prezzo di sangue pagato, da Matteotti in poi, per la nostra libertà, non può essere vanificato da nessuno, meno che mai da Salvini e Meloni.

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